Omelia di S. E. Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, pronunciata durante la Celebrazione della Santa Messa del Crismale – Cattedrale, 1 aprile 2021
Eccellenza Carissima, carissimi confratelli nel presbiterato e nel diaconato, seminaristi e membri del Consiglio Pastorale diocesano, cresimandi
Vi saluto con le parole dell’Apocalisse che abbiamo ascoltato: “Grazia a voi e pace da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra”!
Saluto fraternamente S.E. Mons. Salvatore Di Cristina che il 26 gennaio scorso ha festeggiato il ventesimo anniversario della sua ordinazione episcopale. Desidero anche ricordare i confratelli mons. Rosario Bacile, mons. Antonino Dolce e mons. Salvatore Salvia che il 6 giugno prossimo celebreranno il cinquantesimo dell’ordinazione presbiterale e don Leoluca Quaglino che celebrerà il 17 dicembre il sessantesimo di sacerdozio.
Saluto tutti presbiteri diocesani e religiosi e i confratelli che i prestano il loro ministero tra noi, ospiti delle diverse comunità parrocchiali.
Ricordiamo nella preghiera anche i confratelli che si trovano in difficoltà, coloro che per la malattia non possono, pur desiderandolo, essere presenti oggi a questo momento di comunione, e quelli che dall’ultima messa crismale ci hanno lasciato per partecipare alla liturgia celeste : mons. Gaetano Chimenti, mons. Antonino Ofria, don Pietro Patti, don Mariano Giaccone, Don Giuseppe Provenzano da Corleone e p. Giambattista Spoto francescano conventuale.
Preghiamo il Padrone della messe perché il vuoto ministeriale lasciato da loro possa essere riempito dalla generosa risposta alla vocazione al sacerdozio da parte di molti giovani e ringraziamo il Signore per la prossima ordinazione presbiterale del diacono Natale Centineo che avverrà il prossimo 3 luglio.
Ci uniamo con affetto anche a coloro che a causa delle restrizioni per il Coronavirus non possono essere qui con noi e ci seguono attraverso la diretta streaming.
La presenza ridotta di fedeli laici non ci impedisce di essere in comunione con l’intero popolo santo di Dio, qui rappresentato dal Consiglio pastorale diocesano, da alcuni membri degli Istituti di Vita Consacrata e da alcuni cresimandi.
In questo tempo di dolore, in cui abbiamo visto la forza della pandemia abbattersi sulle nostre comunità e sul mondo intero, risuona ancor più chiaro il mandato per cui siamo stati consacrati e inviati, che lo stesso che il Signore Gesù ha fatto suo e realizzato in pienezza: “Portare ai poveri il lieto annunzio, proclamare la libertà ai prigionieri e ai ciechi la vita, rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore”.
L’opera della salvezza si realizza oggi con Cristo l’Unto del Signore. “Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi”. (Lc 4,21).
Vorrei che oggi sentissimo la forza di questa consacrazione e di questo mandato che il Signore ci ha affidato, soprattutto davanti al dolore e al bisogno di tanti, da chi è stato colpito dalla malattia e dalla morte fino a chi ha bisogno di cibo, della dignità di un lavoro, di vicinanza e di solidarietà.
Siate tutti chiamati ad essere Buoni Samaritani dell’amore compassionevole di Gesù. Anche la messa a disposizione di alcune strutture edilizie non ad uso liturgico da parte di alcune parrocchie per le vaccinazioni vuole essere un nuovo contributo di carità, in continuità con la tradizione della Chiesa, che al seguito di Gesù Medico dei corpi e delle anime, vuole essere una comunità sanante, che vuole promuovere la salute integrale delle persone.
All’inizio del Triduo pasquale oggi è la letizia a prendere il sopravvento sulla paura e sulla tristezza, come ci detto Isaia. In una situazione in cui sono presenti tristezze, paure e solitudini, abbiamo davvero bisogno di lieti annunci, di liberazione, di consolazione e di speranza.
Il consacrato per eccellenza, come ci ricorda oggi l’Apocalisse, è Gesù Cristo, che “ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue” ed “ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre”.
In Lui noi siamo stati consacrati con l’olio dell’unzione e uniti in una comunione profonda nella Chiesa, nostra madre nell’ordine della grazia. Dove il male spande il suo cattivo odore di morte, siamo chiamati a portare il buon profumo di Cristo, che è la Via, la Verità e la Vita.
Il popolo santo di Dio come popolo profetico, regale e sacerdotale in questa celebrazione eucaristica si edifica come corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo, dal quale riceve l’energia necessaria per realizzare la comunione e adempiere la propria missione.
Gli Olii santi consentiranno alle nostre comunità cristiane di porre i segni sacramentali, che offrono in modo efficace, la salvezza alle persone.
L’olio dei catecumeni donerà loro l’energia necessaria per lottare contro il Maligno e assumere con gioia e generosità gli impegni della vita cristiana.
Il sacro crisma sigillerà con il sigillo dello Spirito i nuovi cristiani che riceveranno il battesimo, il sacramento della Confermazione e i sacerdoti novelli che il Signore continua a dare alla nostra Chiesa.
L’olio degli infermi recherà ai sofferenti il sollievo, la consolazione e il conforto dello Spirito Santo Paraclito.
Quest’oggi facendo memoria del giorno della nostra ordinazione siamo chiamati a rinnovare le promesse presbiterali per ribadire la nostra fedeltà a Gesù Cristo, non confidando nella nostre forze , ma nell’amore di Cristo per noi che ci ha scelti per partecipare alla sua carità pastorale.
La nostra Chiesa particolare è chiamata a vivere la cattolicità aprendosi alle Chiese più povere di risorse materiali ma più ricche di fede. Perciò ringrazio di cuore per il vostro generoso contributo per la Quaresima di Fraternità, che vuole contribuire alla realizzazione di un pozzo per l’acqua potabile nella parrocchia di San Michele appartenete alla diocesi di Malakal nel Sud Sudan.
Papa Francesco lo scorso 19 marzo, nell’anno speciale dedicato a san Giuseppe ha inaugurato l’Anno della Famiglia Amoris Laetitia, che si propone di riportare la famiglia al centro dell’attenzione della Chiesa e della società. Ringrazio l’Ufficio diocesano per la pastorale della Famiglia e gli altri Uffici pastorali, le parrocchie e le aggregazioni ecclesiali per le iniziative ha carattere spirituale, pastorale e culturale che stanno mettendo in atto per far conoscere e mettere in pratica le indicazioni dell’Esortazione apostolica.
Lo sguardo attento sulla drammatica realtà attuale invoca una particolare presenza di speranza della comunità ecclesiale accanto agli uomini e alle donne del nostro tempo.
Il coronavirus ha stroncato molti nostri appuntamenti, ha sospeso alcune attività e pratiche devozionali ritenute da noi ben consolidate nella tradizione e ci ha costretti a concentrarci sulle poche cose che contano, sorvolando, invece, su tante altre apparentemente fruttuose, ma non indispensabili. Lo Spirito ci ha suggerito iniziative nuove ispirate alla fantasia della carità.
Siamo chiamati a rispondere all’appello fatto da Papa Francesco lo scorso 30 gennaio durante l’incontro promosso dall’Ufficio Catechistico nazionale «La Chiesa italiana – ha detto il Santo Padre – deve tornare al Convengo di Firenze, e deve incominciare un processo di Sinodo nazionale, comunità per comunità, diocesi per diocesi”.
Il cammino sinodale che abbiamo iniziato, precorrendo anche i tempi, non deve interrompersi, ma deve trovare nuovo slancio attraverso la pratica quotidiana della sinodalità.
Il Card. Gualtiero Bassetti nell’ultimo Consiglio permanente della CEI ha detto:
“La nostra riflessione sul cammino sinodale si fonda sul «nuovo umanesimo in Cristo Gesù», tratteggiato al Convegno di Firenze, e sulla realtà attuale, che parla di sofferenza, smarrimento, rabbia e angoscia per il futuro. Il processo sinodale diventa, dunque, opportunità per essere insieme, fare insieme e camminare insieme con il Risorto. “
Siamo chiamati a essere insieme in comunione, mantenendo l’unità nella diversità, a fare insieme condividendo lo stesso progetto pastorale, ma soprattutto a camminare insieme con il Risorto, che come per i discepoli di Emmaus cammina con noi (cfr. Lc 24,15) per fugare i nostri dubbi e le nostre paure e per aiutarci a fare una lettura pasquale della nostra situazione.
Per affrontare la grande sfida della la conversione missionaria della pastorale delle nostre comunità, ciò che serve è un metodo sinodale che aiuti a mettere a fuoco il mutamento in corso, a intercettare le istanze delle diverse componenti del Popolo di Dio, mettendosi in ascolto delle persone che vivono nel nostro territorio ,per entrarvi in relazione, coglierne le paure e le attese, scorgervi la presenza di Dio.
È necessario combattere ogni individualismo e campanilismo e rendere i cristiani laici protagonisti di un cammino di rinnovamento ecclesiale.
Come Vescovo, successore degli Apostoli che videro il Risorto e come “angelo” della Chiesa di Dio pellegrina in Monreale, sento forte l’imperativo di trasmettere la gioia e il coraggio che pervase il cuore dei Dodici e di confermare nella fede pasquale quanti il Signore mi ha affidato, perché alimentino la loro fede nell’ascolto della Parola di Dio, diffondano il fuoco della carità e vivifichino la speranza nel compimento delle promesse di Dio.
Mentre Vi ringrazio della vostra presenza oggi in questa celebrazione, della vicinanza attraverso la preghiera e della vostra collaborazione al mio ministero pastorale Vi invito a lasciarvi rinnovare dalla certezza della misericordia di Dio e prego perché sia data a tutti noi e a quanti portiamo in cuore una Pasqua di luce e di speranza.