66a Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale (11-19 ottobre 2024)
Premessa
Là recensione del primo concerto della musica sacra a Monreale (direttore Fernando Previtali; opere
di Perosi, Labroca, Franck, Malipiero e Pilati) apparve su «Il Giornale di Sicilia» il 19 aprile 1939
(Anno XVII E.F.). I concerti furono sospesi, al pari di altre attività culturali dell’Isola, a causa degli
eventi bellici e ripresero, configurandosi come vera e propria rassegna, nel secondo dopoguerra, negli
stessi anni cioè in cui si concretizzava gradualmente l’idea di costituire un’Orchestra Sinfonica
Siciliana. A partire da quel momento la Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale si è
imposta come una delle più prestigiose rassegne italiane, raggiungendo il proprio culmine negli anni
’70-’80 (direttore artistico il Maestro Roberto Pagano), anche in coincidenza con un periodo di
perfetto funzionamento dell’organo disposto all’interno del Duomo. In quegli anni un pubblico,
divenuto frattanto vastissimo, ebbe modo di ascoltare alcuni straordinari capolavori come la Passione
secondo Matteo BWV 244 (in due serate) e la Messa in si minore BWV 232 di Bach, l’oratorio Elias
di Mendelssohn-Bartholdy, il Requiem in re minore Kv. 626 di Mozart, la Sinfonia di Salmi di
Stravinskij (direttore Gabriele Ferro) e, soprattutto. la Passione secondo San Luca di Penderecki
diretta dall’autore. In anni più recenti, e pur coinvolgendo artisti di altissimo livello come Mario
Brunello, Ton Koopman, sir J ohn N eville Mariner e Sergej Krylov, la Rassegna ha assunto un
carattere a volte simile a quello di un festival di musica antica, distaccandosi gradualmente dal suo
originario rapporto con il repertorio sacro e accogliendo, in determinati casi, alcuni esempi di opere
decisamente profane. In questo senso, e immaginando di corrispondere in questo modo alla volontà
di S.E. l’Arcivescovo di Monreale, l’edizione 2024 della Settimana segna invece un ritorno all’antico
o, quanto meno, alle più austere intenzioni di coloro che diedero inizio, nel 1939, a un percorso basato
sull’idea che nel Duomo di Monreale la musica non debba essere soltanto musica, ma costituire
occasione di raccoglimento basato sull’incontro di alcuni grandi capolavori artistici e uno dei luoghi
di culto più emblematici e significativi – e non soltanto sotto il profilo della storia dell’arte – della
cultura occidentale.
66a Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale
Il progetto artistico della 66a Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale, che include una
prima esecuzione assoluta e quattro prime esecuzioni a Palermo, prende le mosse dalla riconferma,
da parte di Papa Francesco, dell’insostituibile valore della preghiera quale strumento di dialogo fra il
genere umano la sfera del Divimo. Lo scorso 27 ottobre, in conclusione dell’ora di preghiera Pacem
in terris, il Sommo Pontefice ha infatti ribadito tale concetto attraverso una Sua personale invocazione
alla Vergine: Maria, guarda a noi! Siamo qui davanti a te. Tu sei Madre, conosci le nostre fatiche e le nostre ferite. Tu, Regina della pace, soffri con noi e per noi, vedendo tanti tuoi figli provati dai conflitti, angosciati dalle guerre che dilaniano il mondo
[ … ].
Cogliendo tale spunto, e considerando la vocalità quale altissima forma di preghiera attraverso la
musica, il calendario della 66a Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale s’incentra
soprattutto – seppure non esclusivamente – sul tema del canto, con particolare riferimento alle forme
assunte in vari luoghi e momenti della storia cristiana dalla riflessione sui temi della redenzione e
della devozione mariana.
A tale soggetto si ricollega per esempio Sinfonia Dante S. 109 (1855-56) di Liszt, che viene proposta,
con la direzione di Daniel Smith. per la prima volta a Palermo nella sua versione integrale, dedicata
a Richard Wagner e completa di un terzo movimento dal titolo Magnificat (Allelujua), nel quale un
coro di voci femminili e un coro di fanciulli (nel caso specifico la Cantoria della Fondazione Teatro
Massimo e il Coro di Voci bianche della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana) intonano 1
seguenti versi:
Magnificat anima mea Dominum, et exultavit / spiritus meus in Deo salutari meo. / Rosanna. Halleluja.
All’idea della vocalità, intesa nella forma più pura della melodia medioevale, si collega invece il
concerto del The Ring Around Quartet, le cui sonorità s’intrecciamo alle improvvisazioni del
compositore/performer Gianni Gebbia lungo un percorso che discende idealmente dal celebre
Officium di Jan Garbareck e The Hilliard Ensemble.
Il concerto dell ‘Ensemble Le Brun con il soprano Gabriella Costa pone invece l’accento sul tema del
rapporto fra Riforma e della Controriforma, accostando due corali di Pachebel, autore vicino al
mondo luterano della Germania settentrionale, a quelle dell’ austrico e cattolico Bi ber, del quale sarà
proposta anche la Sonata n. 1 O in sol minore detta “La Croci.fissione” e tratta dall’esoterica raccolta
delle Sonate della vita e dei Misteri di Maria e di Gesù. Completa il concerto la prima esecuzione a
Palermo della versione con per archi e organo dello Stabat Mater G 532 di Boccherini, in cui
risuonano i versi struggenti dell’omonima sequentia mariana di Jacopone da Todi.
Il calendario della rassegna prosegue con il concerto tra Italia e Germania di Sandrine Piau e
dell’Arianna Art Ensemble, l’omaggio ad Antonio Vivaldi dell’Ensemble di Musica antica del
Conservatorio “Alessandro Scarlatti”, l’esibizione della Cappella Neapolitana diretta da Antonio
Florio, recentemente nominato a Accademico di Santa Cecilia, e l’atteso ritorno – dopo oltre vent’anni
d’assenza – di The Tallis Scholars, uno dei gruppi vocali di maggiore prestigio della scena
concertistica internazionale. In particolare The Tallis Scholars, diretti da Peter Phillips, proporranno,
un repertorio interamente costituito da brani composti per la Cappella Sistina (tra cui il Miserere di
Allegri e la Missa Papae Marcelli di Palestrina). Il concerto conclusivo della rassegna, affidato come
di consueto all’Orchestra Sinfonica Siciliana, sarà diretto dal maestro Emanuele Andrizzi e consentirà
infine di cogliere alcuni importanti riflessi del sacro nella musica del Novecento europeo, attraverso
le opere di Mannino (Adagio per archi), di . Respighi ( Concerto Gregoriano P. 13 5 per violino e
orchestra) e di Honneger (Sinfonia n. 3 “Liturgica”). A tale riguardo si segnala che l’Adagio per archi
di Franco Mannino, eseguito nell’Aula Bunker di Palermo in memoria delle vittime della strage di
Capaci, costituisce al tempo stesso un omaggio al compositore palermitano in occasione del 100°
anniversario della nascita, mentre la Sinfonia “Liturgica” di Honneger, composta nel 1945-46,
rappresenta, con la sua alternanza di momenti lirici e drammatici, un’accorata riflessione sul destino
dell’uomo d’innanzi alle inquietudini e alle tante domande senza risposta del tempo in cui viviamo.
Prof. Dario Oliveri