“Sovvenire alle necessità economiche della Chiesa non è soltanto un dovere giuridico dei fedeli sancito dal Codice di Diritto Canonico ma, soprattutto, un dovere morale di tutti i battezzati che sono contestualmente chiamati a partecipare responsabilmente e attivamente alla vita della comunità ecclesiale” (S. E. Mons. M. Pennisi, Lettera alla Comunità diocesana, 13.3.2014).
Il criterio guida per la partecipazione dei fedeli nel sostegno economico alla Chiesa è dato dalle forme sancite dalle vigenti norme concordatarie e dall’ordinamento giuridico dello Stato Italiano: l’8X1000 e le libere offerte per il sostentamento dei sacerdoti, detraibili fiscalmente.
L’uso che la Chiesa fa del denaro messo a sua disposizione dai cittadini (cattolici e non) è improntato a responsabilità, trasparenza, solidarietà. Serve soprattutto ad alleviare le sofferenze e il disagio di milioni di fratelli che ancora oggi, nel XXI secolo, soffrono la fame, vivono sotto la soglia di povertà o in situazioni di emarginazione, solitudine, abbandono; serve a portare a tutti la Parola buona del Vangelo, a dare una carezza, una parola di conforto, spesso anche un tetto, una casa dove dormire, una tavola imbandita dove mangiare un pasto caldo in un clima familiare e di
fraternità.
La Chiesa si fa “buon samaritano” e nelle periferie del mondo e delle nostre città condivide, tramite sacerdoti, religiosi e laici, la povertà e il dolore di tanti uomini e donne, figli tutti dello stesso Padre e fratelli nostri.
Gli Operatori pastorali della Caritas, i Consigli parrocchiali per gli affari economici, i Consigli pastorali delle parrocchie sono chiamati dai Vescovi italiani a farsi “evangelizzatori” e “testimonial” del Sovvenire, perché in tutti i fedeli cresca il senso del dovere e della partecipazione.
Lettera invito dell’Arcivescovo