Omelia di S. E. Mons. Michele Pennisi, per la Celebrazione Eucaristica in ricordo di S. E. Mons. Pio Vittorio Vigo, già Arcivescovo di Monreale.
Basilica Cattedrale – Monreale, 5 maggio 2021
La partecipazione al banchetto eucaristico ci fa sentire questa mattina in comunione reale con S. E. Mons. Pio Vigo che tante volte ha presieduto a santa Eucaristia in questa nostra bella cattedrale ci fa riscoprire la verità di fede della comunione dei santi fra tutti coloro che siamo santificati dal sangue di Cristo e che nutrendoci dell’unico pane formiamo in Cristo un solo corpo. Il nostro cuore, di fronte alla inaspettata notizia della morte di mons. Pio Vigo, avvenuta a Verona lo scorso 30 aprile, è attraversato da molteplici sentimenti: il dolore e il turbamento per la morte di una persona cara assieme alla riconoscenza e la gratitudine per quanto egli ha fatto per la Chiesa e d in particolare per la nostra Chiesa pellegrina in Monreale.
Questa celebrazione eucaristica vuole essere un rendimento di grazie per tutto il bene che il Signore ha operato per mezzo di mons. Pio Vigo. Oggi vogliamo ripetere con San Girolamo: “È un grande dolore averlo perduto, ma Ti ringraziamo, o Dio, di averlo avuto, anzi di averlo ancora, perché chi torna al Signore non esce di casa” (San Girolamo, 85, 1). Siamo certi, come credenti, che – come dice s. Agostino “non si perdono mai coloro che amiamo, perché possiamo sempre amarli in Colui che non si può perdere”.
Mons. Pio Vittorio Vigo è nato ad Acireale il 4 novembre 1935. Ordinato sacerdote il 20 settembre 1958, era stato inviato a Roma per approfondire gli studi come alunno dell’Almo Collegio Capranica, conseguendo il dottorato in filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana nel 1963. Rientrato in Sicilia, aveva insegnato filosofia in Seminario e religione nei licei statali, ricoprendo numerosi incarichi in diocesi, tra cui quello di vicario generale e Prevosto del Capitolo Cattedrale. È stato membro della Commissione presbiterale.
Io l’ho incontrato per la prima volta in motocicletta nell’ l’Oasi (Opera assistenza sacerdotale interdiocesana) di Aci di Sant’Antonio, dove affiancava monsignor Michele Cosentino, un santo sacerdote che ha seguito spiritualmente generazioni di presbiteri e ha assistito amorevolmente molti sacerdoti anziani e ammalati.
Il 14 febbraio 1981 fu consacrato vescovo titolare di Astigi in aiuto a mons. Domenico Picchinenna arcivescovo di Catania.; nel 1984 fu nominato prima amministratore apostolico di Nicosia e l’anno successivo vescovo della stessa diocesi. Il 24 maggio 1997 è diventato arcivescovo metropolita della nostra Chiesa Chiesa di Monreale. Il 29 giugno successivo ricevette il pallio da san Giovanni Paolo II. Il suo ministero episcopale iniziato con un Congresso eucaristico diocesano è stato caratterizzato dalla preparazione e celebrazione del Grande Giubileo del 2000, che continuò col cammino triennale indicato nel piano pastorale “scelti per essere santi e immacolati al suo cospetto”, che vide il suo culmine nella visita pastorale, che non riuscì a concludere. È stato vicino ai presbiteri, ai diaconi e ai seminaristi ai quali ha inculcato lo spirito di comunione e di fraternità. Con il suo tratto mite e gioioso ha annunciato il vangelo a tutti: agli studenti ai quali ha indirizzato delle lettere, ai giovani per i quali ha organizzato incontri di catechesi con l’iniziativa “Cattedrale aperta”, agli adulti delle varie aggregazioni ecclesiali, ai membri degli Istituti di vita consacrata sia maschili che femminili ai quali dedicò una particolare cura, agli anziani e agli ammalati. Ha fondato in diocesi l’Ordo Virginum. Durante il suo episcopato fu fondato il mensile diocesano “Giornotto”, furono riorganizzati gli Uffici della Curia, istituito il Servizio Informatico diocesano, fu dato un nuovo assetto all’Archivio storico diocesano, valorizzati i beni culturali ecclesiastici, restaurati diversi edifici sacri e ristrutturati parecchi locali a servizio della pastorale. Ha visitato anche alcuni paesi di missione. È rimasto nella nostra Arcidiocesi fino al 15 ottobre del 2002, quando fu trasferito come Arcivescovo-vescovo di Acireale, sua diocesi di origine, dove ha esercitato il suo ministero fino al 1 ottobre del 2011.
È stato tra i vescovi che mi ha imposto le mani nella mia ordinazione episcopale a Piazza Armerina il 3 luglio 2002. Mi è stato vicino come padre e amico durante il mio rettorato al Collegio Capranica come membro della Commissione Episcopale per l’Alta direzione dello stesso Collegio. E’ stato vicino al Movimento “Pro Sansctitate” Come membro della Conferenza episcopale Siciliana è stato vescovo delegato per la Vita Consacrata.
Alcuni i tratti della sua personalità sono stati: la profondità della vita spirituale, lo spirito contemplativo, la bontà d’animo, la mitezza e la semplicità, l’affabilità che suscitava serenità e gioia.. È stato un “vescovo poeta”, che ha composto numerose liriche e preghiere, ricevendo prestigiosi riconoscimenti. In una delle raccolte intitolata Oltre il silenzio, figura un messaggio di papa Benedetto XVI che riassume alcune caratteristiche del suo ministero: «Della tua operosità pastorale si hanno testimonianze in ogni luogo dove hai sempre rivelato un cuore di padre e hai impiegato lodevolmente ogni sollecitudine episcopale a vantaggio del clero e dei fedeli, per condurre tutti alla piena comunione con te. Anche la tua familiarità con le composizioni poetiche su temi religiosi è segno e documento della nobiltà dei tuoi sentimenti. Sono dunque molteplici i motivi della lode che noi ora vogliamo raccogliere e attestare».
Noi sappiamo che la vita e l’opera di ogni cristiano va letta alla luce della fede in Cristo e compresa dentro l’orizzonte della Parola di Dio.
Il vescovo Pio, pur nell’affanno provocato dalla sofferenza fisica, si è abbandonato al Signore della vita. Era convinto, come dice l’apostolo Paolo nella seconda Lettera ai Corinzi, “che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui” (4,14).
La fede ci permette di interpretare alla luce dell’amore di Dio i momenti più oscuri della vicenda terrena di Gesù, ma anche della nostra vita terrena e darci la certezza che noi partecipiamo alla vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, realizzata attraverso il suo mistero pasquale, che noi rendiamo presente in questa eucaristia.
C’è una profonda solidarietà fra lo Spirito di Dio che ci fa prendere coscienza di essere figli di Dio e il nostro spirito, uniti nel condurre l’umanità e l’universo attraverso le sofferenze presenti, verso la completa liberazione, cioè verso il possesso pieno dell’eredità eterna. Scriveva mons. Pio Vigo:” Tutta la creazione è pervasa del beneficio della Morte e della Risurrezione di Cristo”. In una poesia ha scritto: “Polline di risurrezione/ha inondato d’improvviso/il grembo sterile del buio./Sangue e terra/hanno fatto germogliare/le sorprese del cielo.//Il cuore indurito si scioglie/come le corde di una campana/ e libero//riempie di esultanza il nuovo giorno.// L’Agnello sgozzato e sempre vivo/ si fa ora compagno/ nelle nostre strade/ e rigenera la vita con l’Alleluia”. (Scintille di gioia, p. 26)
Nel vangelo abbiamo ascoltato di Gesù che la proclamazione delle beatitudini che sono l’inno alla gioia che si compie in Gesù e nei suoi discepoli, chiamati a partecipare al suo mistero pasquale. Le beatitudini che ci presentano la vita eterna con le immagini del regno dei cieli, del banchetto, del possesso della terra promessa, vogliono essere un messaggio di consolazione fondato sulla certezza della misericordia di Dio Esse ci dicono che per mons. Pio, che ha seguito Gesù povero, mite e umile di cuore, misericordioso, pacificatore, puro di cuore, afflitto, affamato e assetato della giustizia , è arrivato il tempo della vita eterna, che è caratterizzata dalla felicità piena derivante dalla visione di Dio, dall’incontro con Gesù Cristo e dalla riunione degli eletti. Mons. Pio Vigo era uno di quei miti di cui parla Gesù nel Vangelo. Quelle anime umili e grandi assieme che sanno portare anche drammi e sofferenze, ma scavano dentro i cuori i sentieri bellissimi dell’amicizia e della fedeltà.
Nell’esercizio del ministero sacerdotale ed episcopale come ministero di amore e soprattutto in questi ultimi mesi di sofferenza mons. Pio ha sperimentato che nulla l’ha potuto separare dalla certezza dell’amore di Gesù Cristo e non ha mai affievolito l’amore a Cristo e ai suoi fratelli.
Noi che oggi piangiamo per la dipartita di mons. Pio Vigo, vescovo che profumava di poesia e di preghiera, da questa terra, abbiamo la ferma speranza che egli accolto tra le braccia del Padre celeste ricco di misericordia, ha raggiunto la beatitudine promessa dal Signore ai suoi servi fedeli, e siamo sicuri per la fede nella comunione dei santi che egli , inondato della luce divina, partecipa alla nostra liturgia anzi siamo noi che partecipiamo alla liturgia celeste nella quale egli esulta in eterno nel mistero ineffabile di amore della Comunione Trinitaria.
Carissimo confratello Pio, ricordati di questa Chiesa di Monreale che hai tanto amato e hai onorato con il tuo ministero intelligente e generoso e per la quale hai anche pianto. Intercedi per la nostra Chiesa, affinché il Signore la benedica con la grazia di numerose e sante vocazioni alla vita consacrata e al ministero ordinato. Amen