Mons. Salvatore Di Cristina

S.E. Rev.ma Mons. Salvatore Di Cristina
Arcivescovo di Monreale
Abate di Santa Maria del Bosco

Nato a Palermo da Salvatore e Provvidenza Elia il 16 marzo 1937.
Ha compiuto i suoi studi nel Seminario Arcivescovile di Palermo in vista dell’ordinazione presbiterale, conferitagli il 2.7.1960 dall’Em.mo Card. Ernesto Ruffini, e successivamente a Roma presso l’Istituto Patristico dell’Università Lateranense, dove ha conseguito il Dottorato in Teologia e Scienze Patristiche.
Nella Sua diocesi di origine ha prestato servizio pastorale come collaboratore in diverse parrocchie, tra cui la parrocchia di Sant’Ippolito come cappellano e quella di Aspra-Bagheria come vicario parrocchiale; è stato per parecchi anni educatore nel Seminario con funzioni di vice-rettore, pro-rettore, insegnante di materie letterarie e, recentemente, anche di padre spirituale.
Ha insegnato Patrologia nell’Istituto Filosofico-Teologico per la Sicilia Occidentale, oggi Facoltà Teologica di Sicilia, di cui dal 1990-1996 è stato anche preside e presso la quale ha insegnato sino ad oggi; ha fondato e diretto per circa dieci anni la Scuola diocesana di Teologia di Base; dal 1994 al 2004 è stato consultore della Congregazione Romana per l’Educazione Cattolica. Attualmente è membro della Commissione Scuola e Università della Conferenza Episcopale Italiana.
A livello regionale, è stato membro della Commissione Presbiterale Siciliana; ha svolto il compito di moderatore del III Convegno delle Chiese di Sicilia; fa attualmente parte della Segreteria Pastorale della Conferenza Episcopale Siciliana, ricoprendo la carica di Segretario e Amministratore della stessa.
Nel febbraio 1998, S. Em. il Card. Salvatore De Giorgi, nuovo arcivescovo di Palermo, lo ha nominato vicario generale.
Il 23.12.2000 è stato eletto alla Chiesa titolare di Bilta e nominato ausiliare di Palermo; ordinato vescovo il 26.1.2001 nella Cattedrale di Palermo.
Dal 2 ottobre 2006, a causa della prematura scomparsa di S.E. Mons. Cataldo Naro, arcivescovo di Monreale, è stato nominato dal Papa Amministratore Apostolico dell’Arcidiocesi di Monreale.
Il 2 dicembre 2006, il Santo Padre Benedetto XVI, lo ha elevato alla dignità di arcivescovo e Abate dell’Arcidiocesi di Monreale e Abate di Santa Maria del Bosco.
Inizia ufficialmente il ministero pastorale in diocesi il 23 dicembre 2006.
L’8 febbraio 2013 il Santo Padre lo nomina Amministratore Apostolico, in seguito della nomina del nuovo Arcivescovo.
Dal 19 aprile 2013 Arcivescovo Emerito dell’Arcidiocesi di Monreale.

STEMMA DI MONS. SALVATORE DI CRISTINA
Secondo la tradizione araldica ecclesiastica, lo stemma di un Arcivescovo è tradizionalmente composto da:

  • uno scudo, che può avere varie forme (sempre riconducibile a fattezze di scudo araldico) e contiene dei simbolismi tratti da idealità personali, da particolari devozioni o da tradizioni familiari, oppure da riferimenti al proprio nome, all’ambiente di vita, o ad altro;
  • una croce doppia, arcivescovile (detta anche “patriarcale”) con due bracci traversi all’asta, in oro,  posta in palo, ovvero verticalmente dietro lo scudo;
  • un cappello prelatizio (galero), con cordoni a venti fiocchi, pendenti, dieci per ciascun lato (ordinati, dall’alto in basso, in 1.2.3.4), il tutto di colore verde;
  • un cartiglio inferiore recante il motto scritto abitualmente in nero.

Nel nostro caso si è scelto uno scudo di foggia sannitica, classico e frequentemente usato nell’araldica ecclesiastica e una croce  patriarcale “trifogliata” in oro, con cinque gemme rosse  a simboleggiare le cinque piaghe di Cristo.

Descrizione araldica (blasonatura) dello scudo

“Troncato: nel 1° di azzurro, a tre filetti ondati di argento posti in sbarra, accompagnati da una stella a sette punte di oro, a destra e da un monte di tre cime all’italiana del secondo, sormontato da una corona del terzo, a sinistra; nel 2° di oro, a quattro fasce ridotte di verde”

 Il motto:  CHRISTI GREGI DESERVIENS
 Per il proprio motto, Mons. Di Cristina ha scelto le parole “Christi gregi deserviens” – “a servizio del gregge di Cristo”, tratte dalla patrologia greca, specificatamente da Clemente di Roma, alessandrino, padre della Chiesa del primo secolo, nella sua Lettera ai Corinzi.

Interpretazione
L’ornamento esterno caratterizzante lo stemma di un Arcivescovo, oltre ai venti fiocchi verdi pendenti ai due lati dello scudo, è la croce astile arcivescovile.
Tale croce, detta anche “patriarcale”, a due bracci traversi, identifica appunto la dignità arcivescovile: infatti, nel XV secolo, essa fu adottata dai Patriarchi e, poco dopo, dagli Arcivescovi. Alcuni studiosi ritengono che il primo braccio traverso, quello più corto, volesse richiamare il cartello con l’iscrizione “INRI”, posto sulla croce al momento della Crocifissione di Gesù.
La parte alta dello scudo, prima “campitura”, è in azzurro, simbolo della incorruttibilità del cielo, delle idealità che salgono verso l’alto; rappresenta il distacco dai valori terreni e l’ascesa dell’anima verso Dio. Su di esso campeggia la stella, classico simbolo della Madonna sotto la cui protezione l’Arcivescovo pone il suo servizio pastorale; i tre “filetti ondati di argento” simboleggiano tre rivoli d’acqua, “Fons vitae” – “fonte delle acque della vita”, chiaro riferimento all’Apocalisse di Giovanni e rappresentano i tre Sacramenti dell’iniziazione cristiana: il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia.
Il monte in argento, sovrastato dalla corona reale, vuole richiamare Monreale (“Mons Regalis”), presso il cui Popolo di Dio Mons. Di Cristina viene inviato dal Santo Padre ad esercitare il ruolo di pastore.
La parte bassa dello scudo è in oro, metallo più nobile, simbolo quindi della prima Virtù, la Fede; infatti, è solo attraverso la Fede che possiamo comprendere la forza salvifica dei Sacramenti, istituiti da Gesù Cristo per la nostra vita di cristiani; su di esso poggiano quattro fasce verdi a rappresentare i restanti quattro Sacramenti: la Penitenza, l’Unzione degli infermi, l’Ordine ed il Matrimonio; esse sono in verde, colore della Speranza e dell’erba che, assieme all’acqua simboleggiata nella parte alta, richiama il concetto dei “..pascoli di erbe fresche..” (Salmo 22).

LETTERE PASTORALI

CRISTIANO DIVENTA CIO’ CHE SEI
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BATTEZZATI IN CRISTO
LA NOSTRA CHIESA ACCOGLIENTE