Pietro Grasso Inaugura la festa di Avvenire a Terrasini

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Presentato a Terrasini l’ultimo libro di Pietro Grasso: “Storie di sangue, amici e fantasmi”

Una lettera a Giovanni Falcone ed una a Paolo Borsellino aprono e chiudono “Storie di sangue, amici e fantasmi”, l’ultimo libro di Pietro Grasso, presidente del Senato ed ex magistrato. E’ stato lo stesso autore a presentarlo sabato scorso in Chiesa. Madre. Con lui l’Arcivescovo di Monreale Michele Pennisi e il capo della redazione romana del quotidiano Avvenire, Danilo Paolini. A moderare i lavori Ino Cardinale, presidente dell’associazione Così, per passione, in una sorta di preludio alla festa del quotidiano cattolico Avvenire. L’attore Sebastiano Lo Monaco ha letto durante l’incontro le due lettere indirizzate idealmente dall’ex procuratore nazionale antimafia a Falcone e Borsellino, giudici, ma prima di tutto amici. Senza rinunciare all’emozione personale, Grasso – all’epoca dei fatti magistrato in prima linea nella lotta alla mafia – ripercorre nel libro la vicenda del maxi processo, i volti della mafia, da Totò Riina a Bernardo Provenzano, le indagini per le stragi di Capaci e via D’Amelio. Racconta, con ritmo incalzante, del faccia a faccia coi pentiti o collaboratori di giustizia, come Tommaso Buscetta e Gaspare Spatuzza. Riporta alla memoria il sangue versato da uomini simbolo della lotta alla mafia e dell’impegno civile: da Piersanti Mattarella a Boris Giuliano, da Rocco Chinnici a Pio La Torre, da don Pino Puglisi a Rosario Livatino al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. L’autore, che per tanto tempo ha lavorato al fianco di Giovanni Falcone, si chiede nel libro: “Fu solo mafia?”.

Lo stesso inquietante interrogativo che serpeggia nella società civile. Un libro rivolto alle nuove generazioni, ai ragazzi nati nel 1992, per non dimenticare. E per ricordare a tutti noi che ci sono ancora delle verità mancanti. Commentando l’evento, monsignor Michele Pennisi ha detto: “Il segnale che si vuole dare è che la Chiesa vuole fare la sua parte nell’affermare la moralità, le virtù e la legalità, contrastando la mafia e ogni forma di collusione. Il fatto che lo si è fatto in chiesa vuole dimostrare con chiarezza che la chiesa sta da una parte, sta dalla parte della legalità”.

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