Veglia di preghiera “Aspettando Pentecoste”
Basilica Cattedrale di Monreale
Carissimi Membri delle Aggregazioni ecclesiali,
la Pentecoste è la festa dello Spirito, il dono per eccellenza del Risorto, che viene effuso con abbondanza sulla comunità dei primi credenti e ci viene donato perché siamo sostenuti nell’impegnativo compito di liberare il mondo dalle malattie e da ogni forma di male, per farci prendere coscienza di essere figli di Dio e fratelli e sorelle in Cristo.
Lo Spirito Santo costituisce l’anima, la linfa vitale della Chiesa e di ogni singolo cristiano: è l’Amore di Dio che fa del nostro cuore la sua dimora ed entra in comunione con noi. Lo Spirito Santo sta sempre con noi, sempre è in noi, nel nostro cuore. Il mistero profondo dello Spirito è quello di essere «dono».
Lo Spirito santo è il dono della vita piena; il dono dell’amore che noi non saremmo capaci di vivere; il dono della gioia che spegneremmo ogni giorno; il dono che ci permette di respirare in comunione con i fratelli e le sorelle, confessando con loro una sola fede e una sola speranza; il dono che ci fa parlare a nome di tutte le creature come voce che loda e confessa il Creatore e Signore
Siamo invitati ad accogliere questo dono e a chiederlo con insistenza perché il Padre dà sempre lo Spirito santo a quelli che glielo chiedono (cf. Lc 11,13).
La vita cristiana, per svilupparsi e giungere a maturazione, esige una assistenza speciale dello Spirito santo e dei suoi doni.
- Agostino afferma che «lo Spirito santo è il dono di Dio a tutti coloro che per mezzo suo amano Dio». Lo Spirito ci abilita al rapporto interpersonale con Dio, all’alleanza tra il nostro «io» e il «tu» divino: «Il dono dello Spirito significa chiamata all’amicizia, nella quale le profondità di Dio vengono, in qualche modo, aperte alla partecipazione da parte dell’uomo» (Dominum et Vivificantem, n. 34).
Nella solennità di Pentecoste alla quale ci prepariamo lo invochiamo: «Vieni, Santo Spirito, vieni, datore dei doni».
Lo Spirito stesso è “il dono di Dio” per eccellenza (cfr Gv 4,10), è un regalo di Dio, e a sua volta comunica a chi lo accoglie diversi doni spirituali.
La Chiesa ne individua sette, numero che simbolicamente dice pienezza, completezza; I doni dello Spirito Santo sono: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio.
Attribuiti in prima istanza al Messia (cf. Is 11,1-2)2, nel quale si realizzano in pienezza, questi doni perfezionano le virtù del battezzato, rendendolo docile e obbediente a seguire le mozioni dello Spirito.
Per ricevere tutti i sette i doni è necessario invocare continuamente lo Spirito Santo.
Il dono della sapienza, ci permette di gustare la presenza di Dio e ci introduce alla contemplazione dell’amore di Dio per noi.
Il dono dell’intelletto, ci fa penetrare nell’intimo del progetto di salvezza di Dio con gli occhi della fede e ci introduce all’esperienza intuitiva di Dio.
Il dono del consiglio ci aiuta a conoscere il giudizio di Dio nelle vicende umane alla luce della sua Parola ed è un sostegno forte nella pratica del discernimento.
Il dono di scienza ci fa valutare la realtà a partire dall’incontro con Cristo e ci fa interpretare i segni dei tempi e cogliere i semi del Verbo presenti nella realtà.
Il dono della fortezza: ci rende fedeli e perseveranti nella fede e ci aiuta ad andare contro corrente rispetto alle mode passeggere e alla mentalità mondana e a essere testimoni coraggiosi del Vangelo.
Il dono della pietà: suscita in noi il bisogno ad affidarsi al Padre ricco di misericordia, suscita in noi la preghiera di ringraziamento e di lode e ci rende disponibili alle necessità del prossimo.
Il dono del santo timore di Dio non è paura di Dio, ma gratitudine per essere sotto lo sguardo di Dio, è coscienza di essere avvolti dall’abbraccio di Dio.
In questo periodo di pandemia dobbiamo lasciarci guidare dallo Spirito Santo, che ci fa vincere ogni paura e ci rende capaci di fare della nostra vita un dono d’amore che supera persino lo sgomento della morte.
L’apostolo Paolo nella lettera ai Galati ci invita a camminare secondo lo Spirito, che è spirito di crescita nella fede, nella speranza e nella carità , di comunione, di unità nella diversità. Il seguire le mozioni dello Spirito riguarda non il singolo isolato, ma l’intero gruppo di credenti. Il camminare secondo lo Spirito è proprio della comunità dei credenti che si orientano insieme vero la patria celeste.
Siamo invitati a Camminare insieme verso una Chiesa sinodale.
Papa Francesco ci dice:” Camminare insieme – Laici, Pastori, Vescovo di Roma – è un concetto facile da esprimere a parole, ma non così facile da mettere in pratica.” Il Concilio Vaticano II proclama che “la totalità dei fedeli, avendo l’unzione che viene dal Santo (cf. 1Gv 2,20.27), non può sbagliarsi nel credere, e manifesta questa sua proprietà mediante il senso soprannaturale della fede di tutto il Popolo, quando “dai Vescovi fino agli ultimi Fedeli laici” mostra l’universale suo consenso in cose di fede e di morale”. “Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare “è più che sentire”. È un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare. Popolo fedele, Collegio episcopale, Vescovo di Roma: l’uno in ascolto degli altri; e tutti in ascolto dello Spirito Santo, lo “Spirito della verità” (Gv 14,17), per conoscere ciò che Egli “dice alle Chiese” (Ap 2,7)» [papa Francesco, Discorso in occasione della commemorazione del 50° anniversario dell’Istituzione del Sinodo dei vescovi, 15.10.2015].
Parlare di Chiesa sinodale significa partire dal presupposto che tutte le membra della Chiesa si trovano in una condizione di radicale uguaglianza, in ragione della propria condizione di appartenenza alla Chiesa data dal Battesimo.
Ogni Chiesa traccia il proprio cammino nel luogo dove sta, secondo la propria storia, secondo la situazione in cui si trova, avendo come meta il Regno di Dio, per realizzare un cammino condiviso, in ascolto reciproco.
Se il cammino della Chiesa è nella memoria di Cristo, nell’accoglienza del dono dello Spirito Santo, costruendo qui e ora il Regno di Dio nelle forme anticipate che sono quelle della pace, della giustizia, della libertà, della verità, allora questa è una sfida enorme per la nostra generazione in questo territorio, in questo tempo.
Il popolo santo di Dio ha come capacità il senso della fede, la capacità che proviene dallo Spirito Santo di sapere dove la Chiesa viene spinta. Il rischio di una Chiesa clericale è quello di fare i giochi tra quelli che comandano, facendo a meno del popolo di Dio e lasciando le Chiese sempre più vuote.
Sinodalità è camminare insieme: è meglio fare pochi metri insieme che fare grandi progetti in cui il popolo di Dio non c’è oppure, se c’è, è totalmente dimenticato.
Una cosa è “stare insieme” al calduccio delle nostre aggregazioni, altro è “camminare insieme” come chiesa in uscita verso le periferie geografiche ed esistenziali. Lo stare insieme nella comunione deve servire al camminare insieme nella missione. Se noi camminiamo per lo Spirito produciamo il frutto dello Spirito che ha una valenza comunitaria.
Le varie sfaccettature dell’unico frutto dello Spirito sono: l’amore di Dio e del prossimo infuso dallo Spirito Santo anima e fondamento di tutte le virtù; la gioia piena capace di superare tutte le tribolazioni; la pace frutto della giustizia; la pazienza da cui deriva la perseveranza; la benevolenza che ci fa diventare più affettuosi, gentili, capaci di incoraggiare, consolare; la bontà che ci fa essere magnanimi e misericordiosi verso il prossimo; la fedeltà che ci rende persone affidabili per Dio e per gli altri; la mitezza che ci fa agire con amore e umiltà in qualsiasi situazione e ci fa resistere contro il male; il dominio di se stessi che non ci rende schiavi dei desideri della carne e ci fa vivere la libertà dei figli di Dio.
Con Maria Santissima, che nel cenacolo ha atteso la discesa dello Spirito Santo assieme ai discepoli di Gesù, invochiamo una nuova effusione dello Spirito nel desiderio ardente che infonda in ciascuno di noi l’anelito alla santità nella vita quotidiana, alla comunione ecclesiale e all’annuncio missionario del Vangelo.