S. PASQUA 2022 messa del giorno
Carissimi confratelli, gentili autorità civili e militari, fratelli e sorelle,
La Pasqua di quest’anno porta con sé tante speranze insieme a tante incertezze e sofferenze, legate ancora alla pandemia e alle sue conseguenze in campo psicologico, sociale e religioso, che stiamo sperimentando da circa due anni. A queste si aggiungono i drammi della guerra in Ucraina e in altri paesi e le molteplici povertà vecchie e nuove.
Per sentirci tutti fratelli e sorelle siamo chiamati ad essere portatori di speranza e operatori di pace, a stare vicini alle sofferenze delle vittime di tutte le guerre, ad aprirci alla solidarietà e all’accoglienza nei confronti dei profughi ucraini e di tutte le persone costrette a lasciare la loro patria a causa di guerre, persecuzioni e calamità naturali.
Oggi,celebriamo nella gioia e nella pace la Pasqua di resurrezione del Signore. Oggi è il momento di rileggere, alla luce dell’evento pasquale, tutta l’opera svolta da Gesù di Nazaret. “Consacrato in Spirito Santo”, egli reca il perdono dei peccati a coloro che credono in lui. “Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza”. La risurrezione di Cristo, inaugura l’èra nuova della salvezza offerta a tutti gli uomini. Chiunque crede in Cristo riceve fin d’ora il perdono dei peccati e domani, il Signore vincitore della morte gli si manifesterà come “giudice misericordioso”.
Nel vangelo di Giovanni la triplice corsa di Maria, di Pietro e di Giovanni documenta la ricerca faticosa dei discepoli nel credere nella resurrezione di Gesù.
Il verbo correre dona l’immagine dinamica di chi è attratto dall’amore verso Gesù. -corre Maria, simbolo dell’amore che cerca, dopo aver visto la pietra ribaltata e dice agli apostoli” hanno portato via il mio Signore e non sappiamo dove l’hanno posto”.
-corre Pietro simbolo del ministero ecclesiale per recarsi al sepolcro arriva secondo ma entra per primo e vede le bende e il sudario.
-corre Giovanni simbolo dell’amore credente che arriva per primo ma lascia entrare Pietro che verifica che il corpo non è stato rubato, poi entra e non si limita e vedere ma “crede” e comprende la Scrittura secondo la quale Gesù il Cristo doveva risuscitare dai morti.
I discepoli vedono: la pietra ribaltata, il sudario ben piegato in ordine, le bende. Capiscono che non c’è stato un trafugamento frettoloso. E, finalmente, si aprono loro gli occhi e credono. E lo stesso Giovanni, protagonista dell’evento ammette: “Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti”.
La buona notizia della resurrezione di Cristo suscita un movimento nuovo ed un dinamismo inarrestabile verso la vita eterna tenendo fisso il nostro sguardo su Gesù autore e perfezionatore della nostra fede.
In questo gioioso giorno di Pasqua la testimonianza degli apostoli giunge anche a noi, delusi e angosciati dalla minaccia delle guerre e delle violenze e dalla paura della morte, attraverso la testimonianza qualificata presente nella Chiesa e ci invita a farci , a nostra volta anche noi testimoni del Risorto.
La risurrezione di Gesù non è un fatto della chiesa, ma di tutta l’umanità, è un fatto universale. Tutto il creato è spinto a una vita nuova.La Pasqua, che cade nel momento dell’anno in cui la natura si ridesta dal torpore invernale , si presenta e come una vera “primavera del mondo” l’antidoto alla vecchiaia del mondo e la causa della continua giovinezza della Chiesa.
Cristo risorto ha dato un senso nuovo alla storia e una bellezza nuova a tutta la creazione. Ha scritto il teologo ortodosso Pavel Florenskj:” con la resurrezione di Cristo “la materia si è divinizzata, si è illuminata nel Corpo di Cristo di una Bellezza immutabile. L’universo trema di un fremito indicibile. Cielo e terra si riempiono di un entusiasmo indescrivibile nell’attesa della primavera eterna. Guardate tutta la natura che si abbellisce del suo verde smeraldo; ora in lei si nasconde il seme luminoso della chiarezza. Ora non è più inutile la bellezza, poiché la creatura si è salvata dalla putrefazione, non è più un inutile l’amore, poiché l’amato non morirà senza lasciare traccia. Non è inutile la nostra fede e l’opera dello Spirito, poiché Cristo è risorto”.
Celebrare veramente il mistero pasquale significa essere disposti ogni giorno a risorgere con Cristo cercando “le cose di lassù” (Col 3,1). Questo atteggiamento non porta all’alienazione, ma ad una maggiore responsabilità nel vivere da testimoni del Risorto, guardando in alto, perché “lassù” si trova la risposta alle nostre domande di senso e la forza spirituale per vincere il male con il bene, l’odio con l’amore, la vendetta con il perdono, la morte con la vita.
La notizia sconvolgente della resurrezione di Cristo che non aveva eliminato le piaghe del venerdì santo, ci aiuta a superare i momenti di crisi perché apre orizzonti nuovi sul senso ultimo della vita e sul destino dell’universo.
Nonostante il momento drammatico che stiamo attraversando noi cristiani siamo chiamati a “«sperare contro ogni speranza» (Rm 4,18) come scrive san Paolo ai Romani. Questa speranza non è solo per i vivi ma anche per coloro che sono morti. Lo stesso Paolo ha scritto: “«Se non vi è risurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto! Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione vuota anche la vostra fede» (1Cor 15, 13-14). Commentando questo testo il teologo evangelico Dietrich Bonoeffer scrive: “«… se Cristo non è risorto, il punto d’appoggio che regge tutta la nostra vita vacilla e tutto si infrange; la nostra vita declina verso il non senso. Ogni discorso che ha per oggetto Dio è illusorio, ogni speranza evanescente».
La Risurrezione di Cristo è un fatto la cui luce d’amore squarcia le tenebre del mondo fatto di odio e violenza. Il mattino di Pasqua è ragione di speranza perchè ci fa dire che dove all’apparenza c’è solo sconfitta, lì può trionfare la vita.
L’annuncio pasquale in una società competitiva, consumista e violenta è una sfida alla nostra libertà che ci invita a superare la cultura della morte.
La vittoria pasquale di Cristo instaura la sovranità dell’amore di Dio che vince la morte: alla schiavitù agli idoli del denaro, del potere, del piacere subentra la libertà dei figli di Dio, alla tristezza dominata dalla paura sul futuro subentra la gioia, all’egoismo che ci fa chiudere nel nostro tornaconto subentra l’amore che si esprime in gesti di solidarietà e di responsabilità.
Noi Cristiani chiamati a scoprire “il gigantesco segreto” della gioia piena, che ci è stato affidato nella Pasqua di Cristo, inizio di una nuova creazione, dobbiamo condividerlo con gli uomini e le donne del nostro tempo.
Noi Cristiani siamo chiamati a confrontarci con gli avvenimenti della vita quotidiana, gravata dal pesante bagaglio di sofferenza, di dolore e di morte.
Siamo chiamati a leggere la realtà che ci circonda, con occhi di risorti, capaci di non scoraggiarci per le piaghe ancora non rimarginate, ma che la speranza, originata dalla Pasqua di Cristo, ci dice che saranno guarite.
La Pasqua cristiana non ci fa distogliere lo sguardo dalla violenza cieca che insanguina diversi paesi, dai gesti di vandalismo da parte di bande giovanile sbandate, dalla situazione di malessere che pervade il nostro tessuto sociale a causa della crisi dei valori morali, dalla presenza ancora del virus pandemico, della mancanza di lavoro e dell’insicurezza economica, che genera rassegnazione ed angoscia esistenziale .
La Pasqua cristiana ci invita a credere che Gesù, dato per morto e sepolto , è risorto ed è vivo. Egli ha immesso nella Storia una energia nuova.
Senza la memoria viva della morte e risurrezione di Cristo , l’ orrore per quanto avviene in Ucraina e altrove e lo sgomento per quanto di male accade ogni giorno nella nostra società ci fa chiudere in uno smarrimento che ci lascia prigionieri delle nostre paure.
Oggi ci dobbiamo chiedere se siamo capaci di testimoniare l’annuncio gioioso della risurrezione di Cristo agli uomini del nostro tempo.
Per noi discepoli del Risorto risuona come una sfida l’icastica espressione di Nietzsche: “Canti migliori dovrebbero cantarmi, perché io impari a credere al loro redentore: più redenti dovrebbero sembrarmi i suoi discepoli!”.
Viviamo la nostra vita alla luce della risurrezione di Cristo per cantare canti che riflettano la gioia pasquale.
Il Risorto faccia sentire con il dono del suo Spirito la sua dolce presenza in mezzo a noi, alimenti la speranza cristiana particolarmente dove lo scoraggiamento e la malinconia cercano di avere il sopravvento.
In questa Pasqua lasciamoci rinnovare dalla certezza della misericordia di Dio, che come un fiume possa irrigare i deserti del nostro mondo e diventiamo messaggeri di questa misericordia, custodi della nostra casa comune , impegnati a far fiorire la giustizia e l’amore e ad accogliere in una abbraccio di pace tutti
Il Padre ricco di misericordia rafforzi in noi l’attenzione e la responsabilità verso ogni forma di miseria umana perché diventiamo operatori di misericordia, ci riempia di ogni benedizione col dono del suo Spirito di amore perché possiamo risorgere con Cristo e, animati dalla speranza cristiana, aspirare alla felicità eterna.
Auguro che la luce di Gesù Cristo Risorto illumini la vita di ognuno di noi, ci rinnovi nello Spirito e porti la speranza di un futuro di libertà, giustizia e pace al mondo intero.