Esequie di Ignazio Giordano

11-05-2024

Esequie di Ignazio Giordano, lavoratore deceduto nella tragedia di Casteldaccia.
Partinico, Chiesa Madre – 11 maggio 2024

Carissimi fratelli e sorelle, è doloroso essere qui per dare il nostro ultimo saluto terreno a Ignazio figlio, fratello, sposo, padre, amico, lavoratore. Vorremmo sentire ancora una volta la sua voce e magari, come era solito fare, saprebbe strapparci un sorriso con una sua battuta.

Lo sappiamo, la morte fa parte dell’esperienza di vita terrena, ma ciò non ci consola: il modo in cui Ignazio ha lasciato i suoi affetti più cari, il modo in cui ha perso la vita, è profondamente ingiusto. Morire sul lavoro è un segno preoccupante che dice una società fragile, nella quale non c’è lavoro per tutti e quando c’è, spesso non è dignitoso, è sottopagato, non è rispettoso della dignità umana; è un lavoro che dimentica la persona ed ha come unico orizzonte i suoi obiettivi e il guadagno. E soprattutto se ancora oggi si muore di lavoro con una frequenza impressionante, significa che qualcosa non va. Le chiamano “morti bianche”, ma rappresentano la sconfitta di questa nostra società, la sconfitta di tutti noi. Spesso ci vengono riproposti i numeri impressionanti delle morti bianche che aumenta di giorno in giorno: non sono numeri, sono uomini e donne e qualche volta minori traditi da quel lavoro nel quale riponevano speranza. Non distraiamoci da questa emergenza!

Di fronte al corpo senza vita di Ignazio siamo senza parole. Non troviamo parole umane capaci di lenire il dolore e lo sconcerto di ciò che è accaduto. Il vuoto lasciato da Ignazio e dai suoi compagni di lavoro, si trasforma in silenzio, in lutto cittadino ed ora anche in preghiera.

Signore è questo che possiamo offrirti quest’oggi: il nostro dolore, l’amarezza e anche la rabbia per quanto accaduto. Nel vangelo ci inviti a “chiedere”, a pregare il Padre, ma cosa gli possiamo domandare?

Carissimi in questo momento, alla luce della fede nel Signore risorto, vi invito a metterci in ascolto, non solo del nostro sconcerto e dolore, ma di una Parola diversa dalle parole umane, perché Parola di Dio. Una Parola che apre orizzonti nuovi, che offre la possibilità di abitare con fede e sostenuti dalla speranza quanto stiamo vivendo.

Raccolgo due suggerimenti dalle letture proclamate.

  1. La prima lettura ci ha parlato della fatica iniziale di san Paolo nell’annunciare efficacemente la Parola di Dio: le sue parole non colpivano il vissuto delle persone, erano troppo umane. Potremmo paragonare questa situazione alla fatica che in questo momento facciamo nel comprendere che cosa può offrirci il Signore mentre viviamo il dolore della morte, del distacco.

È una coppia di sposi ad aprire la via a San Paolo: «Aquila e Priscilla lo presero con sé e gli esposero con maggior accuratezza la via di Dio». Carissimi, per comprendere la via di Dio, il senso della nostra vita e della morte, servono tempo, ascolto ma soprattutto persone disposte a mettersi accanto a noi e ad accompagnarci. È questo oggi il compito della comunità cristiana nei confronti di chi piange e rischia di perdere fiducia nella vita.

Carissimi Carmela, Gaspare, Davide e Fabrizio; cari papà Gaspare e mamma Francesca; carissimi Enzo, Maria Giovanna e Giusi, a voi offriamo la compagnia e la vicinanza di tanti amici, della comunità cristiana, della comunità cittadina perché non vi sentite soli e, come Paolo, possiate “comprendere la via di Dio”.

  1. Il secondo suggerimento lo raccolgo dal Vangelo. Gesù invita insistentemente i suoi discepoli a “domandare”, a “chiedere nel suo nome”… invita a pregare il Padre. So che oggi è difficile pregare. Sembra che nemmeno Dio sia disposto ad ascoltarci. Ma la certezza che deve abitare i nostri cuori e i nostri pensieri è, anzitutto, quello che Gesù afferma: «Il Padre stesso vi ama». Siamo amati da Dio. Ignazio è amato da Dio e mentre il lavoro ha tradito i suoi sogni, i suoi progetti, il suo amore per la vita… Dio non lo tradisce, ed oggi gli offre la vita eterna che gli ha promesso con il battesimo.

Mentre noi restiamo nel dolore, Ignazio oggi riceve la ricompensa per tutto il bene che ha operato con generosità in questa vita terrena. Oggi entra nel paradiso, nell’abbraccio eterno del Padre dove non c’è delusione, non c’è dolore, non c’è paura e la morte è sconfitta per sempre.

Carissimi fratelli e sorelle accogliamo l’invito a pregare. Noi comunità cristiana, comunità di amici e di parenti facciamoci come Aquila e Priscilla e sosteniamo con la preghiera e con la vicinanza coloro che più drammaticamente vivono il dolore della perdita.

Signore, ti preghiamo per Ignazio, sappiamo che tu lo hai amato da sempre e lo amerai per sempre. La fede ci dice che ora lui sta sperimentando il compimento della promessa di vita eterna.

Ti pregano con noi la sua amata sposa Carmela, i tre figli, i genitori, il fratello e le sorelle, i famigliari tutti, gli amici e l’intera città. Sostienili con la forza della fede e dona loro la speranza che viene dalla certezza che il tuo amore non abbandona nessuno, nemmeno noi che restiamo quaggiù.

Sostienici perché possiamo essere promotori di vita buona per tutti. Fa che l’esperienza di Ignazio ci insegni ad amare la vita e a rispettarla. Dona lavoro dignitoso a tutti e non permettere che il lavoro uccida. Per questo aiutaci ad anteporre sempre la dignità della persona e il suo inestimabile valore a qualsiasi interesse umano.

Santa Maria del Ponte, ti preghiamo: consola il nostro pianto e accompagnaci sulla via di Dio. Amen