Essere vessillo per tutti i popoli

Omelia Funerale di Don Pietro Scalia
05-12-2023

Carissimi fratelli sorelle, carissimi sacerdoti, viviamo questa celebrazione con il cuore colmo di commozione. Oggi la Chiesa perde un valido sacerdote; il presbiterio un fratello; il vescovo un figlio e un prezioso collaboratore.
Condividiamo gli stessi sentimenti della famiglia di don Pietro, in particolare quelli di mamma Maria, della sorella Anna Maria, dei fratelli Salvatore e Fedele e dei nipoti.
Molti di voi, siete qui perché sentite di aver perso un amico, una guida spirituale, una bella persona. Vorrei salutare e ringraziare per la sua significativa presenza, Sua Ecc. Mons. Salvatore di Cristina, che ha conosciuto don Pietro anche come alunno. A noi si unisce con il ricordo e la preghiera Mons. Michele Pennisi.
Tutti condividiamo il sentimento della perdita. La morte improvvisa di don Pietro ci ha colti di sorpresa, ma ci aiuta, anche, a entrare ancor meglio nel senso dell’invito proprio del Tempo di Avvento: «Vegliate, perché non sapete quando è il momento».
Offriamo al Signore questa nostra commozione: Signore è ciò che abbiamo di più umano, la presentiamo a te perché tu possa trasformarla per noi, in nutrimento per la nostra fede e la nostra speranza.
In un messaggio inviato, non molti giorni fa, ad un confratello sacerdote, don Pietro scriveva: “Ci è assolutamente necessario tenere presenti alcune verità che servono a dare senso alla nostra vita: l’Eucaristia alimento necessario per poter affrontare gli ostacoli che incontriamo. La Parola di Dio che è il carburante necessario per camminare sulla retta via. La vita eterna che è la nostra méta finale”. E commentava: “Poi i limiti personali o gli imprevisti possono essere ostacolo, ma non ci portano a negare il valore delle realtà di cui sopra, semmai a riaffermarle e a trovare in esse la forza e l’energia spirituale e pastorale”.
Carissimi fratelli e sorelle, ispirandomi a questo messaggio, vorrei dire che oggi celebriamo questa Santa Messa in suffragio del nostro fratello Pietro sacerdote, per riaffermare la nostra fede nel Signore risorto, cercando, dentro ciò che stiamo vivendo, la forza e l’energia spirituale e pastorale per proseguire il nostro cammino di fraternità.
Don Pietro, sacerdote dal 27 giugno 1981, ha servito la Chiesa diocesana con grande disponibile generosità: è stato cerimoniere e segretario aggiunto dell’arcivescovo, vice rettore e poi economo del seminario diocesano, vicario e parroco in diverse comunità parrocchiali, assistente diocesano di ACR e canonico della Cattedrale ed altro ancora… fino agli incarichi che tutt’ora ricopriva: Presidente dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero e Delegato vescovile per la Vita Consacrata… una vita donata alla nostra diocesi.
Ho incontrato spesso don Pietro ed ho conosciuto un prete convinto e autentico, semplice e fedele, fortemente innamorato della Chiesa di Monreale. Il suo atteggiamento riservato e a tratti schivo, lo aiutavano a custodire la sua “genuina spiritualità” che lo portava ad entusiasmarsi delle piccole cose e a lanciarsi con disponibilità e senza troppi calcoli nelle nuove proposte. In lui alcuni sacerdoti mi hanno detto di aver trovato “un cuore accogliente e non giudicante”.
Questa bella testimonianza di vita sacerdotale mi pare ci aiuti a comprendere la Parola di Dio che la liturgia odierna ci ha offerto ed anche ad accogliere, nella nostra vita, i tre passaggi sui quali è costruita la straordinaria profezia del profeta Isaia (Is 11,1-10); sono i passaggi che hanno caratterizzato la vita di Gesù di Nazareth e che descrivono la vita di ogni battezzato e, ancor di più, di ogni sacerdote. Vorrei brevemente richiamarli all’ascolto di ciascuno.
1] Il primo passaggio anticipa la nascita di Gesù a Betlemme: «un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici». Il primo passo, che tutti ci accomuna, è quello della fragilità: un germoglio, un virgulto ha bisogno di cure, di attenzioni che gli permettano di crescere. Questo testo ci ricorda che da soli non possiamo fare nulla, siamo fragili sempre, non solo appena nati. Abbiamo strutturalmente bisogno degli altri: la Chiesa è il luogo della fraternità nel quale lo Spirito Santo ci ha inseriti e fuori dal quale non possiamo crescere.
2] Il secondo passaggio anticipa il Battesimo di Gesù: «Su di lui si poserà lo Spirito del Signore». Pur essendo fragili come un germoglio, lo Spirito Santo scende su di noi: il battesimo ci inserisce in una vita nuova, senza fine, in una relazione di figliolanza con Dio. A noi sacerdoti, il sacramento dell’ordine ci dona di agire in persona Christi. Lo Spirito Santo riveste di potenza la nostra fragilità umana e ci rende Figli di Dio.
3] Infine il terzo passaggio anticipa la morte in croce di Gesù: «In quel giorno avverrà che la radice di Iesse sarà un vessillo per i popoli»: la nostra fragile umanità rivestita dallo Spirito santo è chiamata a diventare punto di riferimento per l’umanità intera, e questo è possibile solo se facciamo della nostra esistenza un dono.
Questi tre passaggi sono facilmente rintracciabili nella testimonianza di vita di don Pietro. Nella vita di ciascuno di noi i primi due sono evidenti, ma la scelta di essere vessillo, riferimento, esempio per tutti i popoli è lasciata alla nostra decisione personale.
Chiediamo al Signore che, consapevoli della nostra umana fragilità, ravvivi in noi la forza dello Spirito e ci renda capaci di scelte coraggiose di fraternità, di amore e di perdono, attraverso le quali possiamo essere vessillo per tutti i popoli. Scriveva don Pietro: “i limiti personali o gli imprevisti possono essere ostacolo” ma non devono impedirci di tendere alla santità.
Affidiamo alla misericordia di Dio Padre l’anima fedele del suo sacerdote Pietro che ora, con papà Giuseppe, contempla faccia a faccia il volto di Dio Padre misericordioso.
Preghiamo per tutti noi, chiamati a continuare il cammino terreno; in particolare preghiamo per i famigliari di don Pietro per la mamma, la sorella, i fratelli e i nipoti, perché, tutti insieme, sostenuti dalla Parola di Dio e dalla potenza dello Spirito santo ci sentiamo forti e quindi capaci di scelte di vita coraggiose.
Nel vangelo Gesù esclama: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete».
Beati i tuoi occhi, caro don Pietro, che oggi vedono Dio faccia a faccia!
Maria Immacolata renda anche i nostri occhi capaci di riconoscere la presenza di Dio che viene a visitarci in ogni uomo e in ogni donna ed anche nell’esperienza della morte. Amen