Festa di San Ludovico (Luigi IX)
Carissimi fratelli e sorelle, quest’anno celebriamo con maggior gioia e gratitudine la festa di San Ludovico, o San Luigi dei Francesi; il grande Re Luigi IX che nacque nel 1214 in Francia e morì, contagiato dalla peste, nel 1270 vicino a Tunisi durante una crociata volta alla liberazione di Gerusalemme. C’è maggior gioia perché insieme ai membri dell’Ordine Francescano Secolare di cui San Ludovico è patrono, sono presenti anche gli Insegnanti di Religione Cattolica della nostra arcidiocesi insieme ad altri fedeli devoti. Queste vostre presenze segnano l’avvio di due percorsi ecclesiali preziosi.
Il primo prende il via con la consegna delle nomine agli Insegnanti di Religione Cattolica per il prossimo anno scolastico. A voi, cari Insegnanti, è affidato il compito di essere, dentro l’Istituzione scolastica, non “un qualsiasi” professore o “una qualsiasi” professoressa, ma maestri, testimoni, modelli luminosi della vita buona che pervade chi sceglie di seguire Gesù. Voi siete inviati, mandati a nome dell’intera arcidiocesi di Monreale, è questa la ragione per la quale i vostri incarichi sono firmati dall’Arcivescovo. Non agite a nome personale, la vostra è un’autentica missione ecclesiale.
Il secondo percorso è la Missione famiglie dal titolo “Custodiamo la Bellezza” che con l’Ordine Francescano Secolare avviamo oggi a Cinisi. Carissimi, mentre celebrate con noi il vostro Santo patrono Ludovico, vi aprite alla missione. Insieme ad alcune famiglie della nostra arcidiocesi e il supporto del nostro Ufficio diocesano per la Pastorale Famigliare, che ringrazio, percorrerete le strade di Cinisi testimoniando il Vangelo. Anche a voi ricordo, come ho fatto con gli Insegnanti di Religione, che siete inviati, mandati a nome della Chiesa; non agite a nome personale, la vostra è un’autentica missione ecclesiale.
Due percorsi dell’unica Chiesa. Quello che farete, il vostro insegnare e la vostra testimonianza di sposi cristiani, sono come due piccoli tasselli di cui sono composti questi nostri straordinari mosaici: presi da soli sono poca cosa, con un significato molto limitato, ma collocati all’interno del grande mosaico – di cui l’architetto è Dio Padre Creatore – diventano parti essenziali per far risplendere la bellezza del mondo e la bontà di Dio.
A voi cari Insegnanti e membri dell’OFS che con il vostro impegno missionario partecipate all’unica missione evangelizzatrice della Chiesa vorrei consegnare come modello San Ludovico del quale si è scritto: “Semplice e modesto, curava di conciliarsi il rispetto del popolo non tanto con il fasto esteriore, quanto colle opere buone e con un buon governo”. Opere buone e buon governo, questa la strategia del Santo Re di Francia.
Non siano gli elementi esteriori la vostra forza: il sapere, l’eloquio, le capacità personali, l’organizzazione… quanto piuttosto quelle “opere buone” di San Ludovico, che io tradurrei per noi con “fare bene il Bene”, cioè fare il Bene, facendo il Bene. Non ci sono altre possibilità! Sono solo le azioni con queste caratteristiche capaci di attrarre e convincere, perché lasciano trasparire la presenza di Dio. Fate il Bene e fatelo bene! È questo il mandato che a ciascuno consegno.
Certo questo stile non si può improvvisare, serve allenamento. Di San Ludovico si dice che “Per riempirsi la mente e il cuore di massime sante e di pii sentimenti, egli leggeva continuamente la Sacra Scrittura e le opere dei Ss. Padri e ne consigliava la lettura anche ai suoi cortigiani”. È la Sacra Scrittura, la Lectio, l’ascolto e la meditazione della Parola di Dio l’unica fonte a cui attingere il Bene. Raccomandava San Francesco di Assisi: “Leggere e rileggere incessantemente il santo Vangelo per avere sempre dinanzi alla mente gli atti, le parole, i pensieri di Gesù, al fine di pensare, parlare, agire come Gesù”.
Mettiamoci in ascolto della Parola di Dio che è stata proclamata e domandiamoci: da dove partire per fare bene il Bene, per essere autentici missionari del Regno dei cieli?
Mi pare si possano cogliere due elementi da tenere sempre insieme.
1] Il primo è il fondamento dell’esperienza cristiana che viene proposto da Gesù nella risposta che dà al dottore della Legge che domanda: «qual è il grande comandamento?». Questo dottore della legge sta domandando: “qual è la regola per fare il Bene e farlo bene? Cosa devo fare per essere nel Bene?”. La risposta è ama. Ama Dio: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente»; e ama il prossimo: «Amerai il tuo prossimo come te stesso».
Conosciamo bene il comandamento dell’Amore, ma troppo spesso pensiamo all’amore secondo le categorie di questo mondo e di questo tempo: pensiamo all’amore come ad un sentimento evanescente, che abita il nostro cuore, che suscita emozioni e reazioni solo epidermiche nelle nostre persone. Il mondo ci propone un amore che fa venire i brividi… L’amore al quale ci chiama Dio è altro. È qualcosa di molto concreto.
2] Ed ecco il secondo elemento. Il profeta Isaia, nella prima lettura, ci aiuta a definire la concretezza dell’amore al quale Gesù ci sta invitando: «dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri e senza tetto, vestire chi vedi nudo. Togliere di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito, il parlare empio».
Carissimi fratelli e sorelle essere sposi, insegnanti, discepoli di Gesù emissionari del Vangelo, significa porre gesti molti concreti. Significa accogliere ogni studente anche il più resistente o disinteressato; significa sorridere e tendere la mano ad ogni famiglia soprattutto le più affaticate; significa essere attenti agli ultimi, non giudicare l’altro.
In questa celebrazione siamo tutti richiamati all’impegno missionario che è testimonianza quotidiana, impegno concreto nel mondo. È così che sapremo raccogliere la testimonianza di San Ludovico. È così che sapremo essere un popolo di santi qui ed ora.
Accogliamo questa Parola, lasciamo che pervada la nostra vita quotidiana.
Vorrei concludere rivolgendo in particolare a voi che vi preparate ad un nuovo anno scolastico e a voi che vi impegnerete nell’animazione missionaria a Cinisi, le parole che San Francesco D’Assisi rivolgeva ai suoi frati quando li mandava in missione: “Predicate il Vangelo, e se è proprio necessario usate anche le parole”.