Fretta e desiderio

03-11-2023

Santa Messa in suffragio dei Vescovi defunti.

Carissimi fratelli e sorelle in questo mese di novembre in cui, tradizionalmente, la Chiesa ci invita a pregare per tutti i fedeli defunti, vogliamo ricordare con affetto e riconoscenza, tutti gli arcivescovi che hanno servito questa nostra Chiesa diocesana e che ora godono la ricompensa dei giusti ed insieme con loro anche il grande Re Guglielmo II da cui abbiamo ricevuto questa bellissima cattedrale.

La commemorazione dei defunti, da cui viene anche il confrontarci con la faticosa realtà della morte, è per noi occasione per ripensare il nostro modo di vivere.

Ne siamo consapevoli: la cultura odierna nella quale siamo immersi – spinge anche noi a non pensare alla morte o, comunque, a pensarlacome a qualcosa di lontano che non ci riguarda; come qualcosa di ingiusto che non dovrebbe capitare. Così, pur sapendo che la morte è l’unica umana certezza e, già per questa ragione, la questionefondamentale di ogni esistenza, siamo spinti a non pensarci, a vivere come se non ci riguardasse. I maestri dello spirito insegnano invece che dovremmo vivere la nostra vita per morire bene, cioè per morire nel Bene.

Celebrare questa eucaristia in suffragio degli arcivescovi defunti che hanno servito questa nostra Arcidiocesi, ci suggerisce di verificarci su un particolare stile di vita: quello del servizio frutto della Carità divina che caratterizza il ministero episcopale, ma che riguarda, in forme diverse, ogni battezzato.

Mettiamoci in ascolto della Parola di Dio che ci è stata offerta, per raccogliere qualche indicazione su cui, chi vorrà, potrà riflettere.

Nelle letture ci sono offerti due esempi di carità divina.

1. Nel Vangelo, Gesù, mostra di avere fretta di guarire un uomo malato di idropisia. Gesù è spinto dalla Carità, dall’Amore; non può aspettare il primo giorno della settimana per fare del bene. Così lo guarisce di sabato, pur sapendo che per questo sarà criticato, combattuto e alla fine condannato. Infatti, proprio questi saranno i motivi che le autorità del suo popolo metteranno davanti per condannarlo: atti di bontà e di misericordia compiuti subito, senza rispettare la tradizione.

Da qui possiamo raccogliere una prima indicazione per il nostro vivere quotidiano: non possiamo perdere tempo! Ogni giorno, ogni istante è prezioso. In ogni istante c’è l’occasione di fare il bene e di salvare una persona, di guarire un malato, di asciugare una lacrima, di dissetare un assetato, di accogliere un forestiero, di spezzare il pane con un affamato

Alle volte pensiamo di dover fare opere di carità grandi, importanti… in realtà siamo chiamati a fare il bene possibile, quello che ci è possibilefare ora. Ogni essere umano è capace di compiere il bene, lo esprime Gesù nella domanda rivolta ai suoi interlocutori: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?», tutti lo faremmo, tutti ne siamo capaci.

Gesù, così come faremmo noi, compie un gesto di guarigione e lo fa non rispettando la regola del sabato. Lo fa per uno sconosciuto, un uomo malato di cui il Vangelo non ci dice nemmeno il nome. Egli lo faperché quest’uomo, in quanto tale, è per lui figlio; inoltre, perché malato, è per Gesù urgente che ci si prenda cura di lui.

Il cuore di Gesù è ricolmo della carità che viene dal Padre; e Gesù non fa che obbedire alla volontà di amore del Padre.

2. Un altro meraviglioso esempio di carità ce lo dà Paolo nella lettera ai Romani. Sappiamo che Paolo, dai suoi compatrioti non ha ricevuto che fortissime opposizioni, vere e proprie persecuzioni, e lo vediamo molto bene nei racconti degli Atti degli Apostoli e nelle sue stesse lettere. Eppure non nutre sentimenti di rancore o di odio, ma soltanto il desiderio di condurre a salvezza questi suoi fratelli. «Ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua» scrive, perché essi non credono in Cristo, sono separati da lui.

Generalmente, il nostro cuore è abitato da sofferenze causate da rifiuti e opposizioni, invece in Paolo è il suo desiderio di bene a causare dispiacere, inquietudine. E giunge veramente all’estremo con un’espressione che se non fosse scritta nel Nuovo Testamento, il sentimento che essa esprime assomiglierebbe a un grave peccato:«Vorrei essere io stesso anatema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli». Anatema, cioè maledetto, senza Dio.

Paolo non dice voglio, ma vorrei: se questo potesse essere utile, vorrei perfino essere separato da Cristo per facilitare la salvezza dei miei fratelli.

In realtà un desiderio di bene così profondo non separa da Cristo, ma unisce a lui ancora di più e accresce la somiglianza con lui, che ha accettato di sentirsi abbandonato dal Padre per salvare i suoi fratelli peccatori.

3. Ascoltare questa Parola nel contesto della commemorazione di tutti gli arcivescovi defunti, mi porta, come dicevo all’inizio, ad applicare a ciascuno di loro queste due parole: fretta e desiderio: fretta di fare il bene e desiderio di bene. Ogni Pastore di questa Chiesa non ha perso tempo nell’annunciare il Vangelo ed ha desiderato, con tutto il cuore, la salvezza di ogni persona a lui affidata.

Ma questa è una lezione profondissima anche per ogni battezzato, per ciascuno di noi.

Apriamo il nostro cuore, noi che così sovente siamo piccini ed egoisti; spalanchiamo il nostro cuore, in modo che il Signore possa mettervi, se vuole, una continua sofferenza per la sorte di tanti uomini, vicini o lontani da noi, che non credono in lui, che non camminano sulla via della salvezza. Pensiamo, questa sera, ai tanti uomini e donne, ai bambini e agli anziani che vivono immersi nel terrore della guerra; alle tante vittime di queste assurde ed inutili guerre. Chiediamo al Signore che ci faccia provare, così come accade nel cuore di Paolo, sentimenti di compassione anche per coloro che stanno nelle stanze dei bottoni o che premono i grilletti… che il Signore li guarisca da questo male disumano.

Chiediamo, per intercessione dei pastori che hanno guidato la Chiesa monrealese, di continuare a intercedere per noi presso il Padre di cui ora godono la visione beata, affinché in noi cresca la fretta di fare il bene e il desiderio di Bene per tutti.

Maria Madre della Vita nuova, prega per noi. Amen