Festa del Santissimo Crocifisso 2024
«Di null’altro mai ci glorieremo se non della Croce di Gesù Cristo, nostro Signore». Sono alcune parole dell’antifona d’ingresso di questa celebrazione. La liturgia prende queste espressioni dalla lettera che San Paolo ha scritto ai Galati, una piccola comunità, evangelizzata dallo stesso Paolo, che però aveva perso di vista l’essenza dell’annuncio ricevuto. Infatti, ora intendevano il proprio essere cristiani come osservanza di leggi, di regole e di tradizioni; come ripetizione di gesti, parole, preghiere, nella convinzione che, così facendo, avrebbero ottenuto in cambio la benevolenza di Dio. Di fronte a questa deriva Paolo esclama: «O stolti Galati, chi vi ha incatenato?» (Gal 3,1) e, come rimedio indica la Croce di Gesù Cristo, a partire dalla quale ciascuno deve riscrivere la propria vita.
Carissimi figli e figlie monrealesi, carissimi fedeli e devoti qui accorsi, a tutti voi rivolgo lo stesso invito paolino: gloriatevi solo della Croce di Gesù Cristo! Fate di questo Crocifisso non solo oggetto di devozione, ma soprattutto il modello di ispirazione delle vostre scelte, azioni, parole… per ridire il vostro modo di vivere da cristiani. È in lui che insieme possiamo riscattare la nostra umanità dalla degenerazione del peccato.
Saluto tutti i sacerdoti presenti e in particolar modo don Nicola e don Luca che si sono adoperati per questa festa liturgica: grazie per quello che avete fatto e per quello che, sono sicuro, continuerete a fare in comunione con me. Saluto i seminaristi e i superiori del nostro seminario diocesano; saluto, altresì, tutti i ministranti.
Un deferente saluto lo rivolgo al signor Sindaco che, insieme al Consiglio comunale e alla giunta, molto si è impegnato per dare risalto alla festa. Saluto le autorità civili presenti, le autorità militari: i Carabinieri, … il corpo di Polizia Municipale, la Protezione civile e le altre Associazioni che con generosità e dedizione garantiscono la nostra sicurezza.
Vorrei rivolgere, pubblicamente, un saluto ed un plauso ai Confrati della Confraternita del Santissimo Crocifisso, di cui sono membro onorario: vi ringrazio perché da quest’anno siete tornati a prendervi cura non dei festeggiamenti “esterni”, ma di quelli religiosi partecipando attivamente ai momenti di preghiera e assumendovi la cura anche di questo edificio di culto che è la casa del nostro Patruzzu Amurusu.
Carissimi a tutti ripeto: il Crocifisso sia la nostra unica gloria!
1. Che cosa è per noi la gloria? A cosa pensiamo quando sentiamoquesta parola? A chi pensiamo? Nel vocabolario ne troviamo diverse accezioni: “Fama grandissima, onore universale”; o ancora: “azione o fatto grandioso”, oppure: “persona o opera che è motivo di gloria, di vanto, di onore” per gli altri e per la comunità…
Alla luce di queste definizioni potremmo spontaneamente collegare la parola gloria al nostro Duomo, che è la gloria di Monreale, ai Santi, ai grandi arcivescovi che, come Girolamo Venero che ha istituito questa festa, molto hanno fatto per la città e per la nostra Chiesa; penseremmopoi ai potenti della terra: i governanti, i grandi imprenditori e coloro che, famosi, ricevono applausi da tutti. Insomma, utilizzando l’idea di gloria che ha il mondo, potremmo pensare a moltissimi uomini e donne, ma non certo ad un Crocifisso.
Colui che è appeso alla croce è un malfattore, un fallito abbandonato anche da Dio. Che gloria ci può essere in uno così? Guardate il crocifisso… dove vedete la gloria umana?
È un uomo buono, ma non ha fatto azioni coraggiose ed eclatanti contro il potere, tali da meritare questa condanna, come invece aveva fatto Barabba.
Gesù è stato ucciso da una combinazione di due fattori: la falsatestimonianze e l’invidia, in una parola: è stato ucciso dal curtìgghiu. Il salmo responsoriale che abbiamo pregato ci ha fatto dire: «Lo lusingavano con la bocca, ma gli mentivano con la lingua» (Sal 77[78]). È proprio questo il curtìgghiu, la maldicenza, la chiacchera, la mormorazione… è un’arma che uccide gli innocenti. Quanta gente, ancora oggi, viene uccisa da queste armi che non fanno rumore ma fanno tanto male, tolgono dignità e pace.
Gesù Crocifisso, amore senza limiti, è stato ucciso dalle chiacchiere. E noi, mentre condanniamo, giustamente, la guerra che uccide con le bombe e i proiettili, la prepotenza e la chiusura di cuore che lascia morire in mare uomini, donne e bambini nostri fratelli, allo stesso temponelle nostre case, per le strade, sui social e sui giornali, continua la battaglia distruttiva delle chiacchiere. Basta! Deponiamo le armi della maldicenza! Smettiamola di ricercare la gloria del mondo, gloriamoci della Croce di Gesù Cristo.
2. Cristo di fronte alle chiacchere, di fronte al male, rimane inerte, non si sottrae. Abbiamo ascoltato nel vangelo: «come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo». Il segno del serpente, lo sappiamo bene, era stato posto in alto da Mosè per ordine di Dio. Il popolo d’Israele, come la comunità dei Galati, si era allontanato dalla Parola di Dio e “mormorava”, si diede al chiacchiericcio contro Mosè, contro Dio, contro gli altri…. L’effetto della mormorazione fu come quello del veleno dei serpenti che mordevano e facevano morire gli israeliti, anche quelli che mormoravano. Allora il popolo invocò Dio, il quale non eliminò i serpenti, ma innalzò un serpente da guardare e dal quale attingere vita nuova.
Carissimi fratelli e sorelle, noi oggi ci rivolgiamo a Dio come il popolo nel deserto e chiediamo che ci liberi dalla peste della guerra, dall’odio, dalla violenza, dall’abuso, dall’invidia e dalla maldicenza. E Dio,esaudisce le nostre preghiere, non eliminando tutto ciò che ci fa soffrire, ma offrendoci un segno di salvezza, il Crocifisso «perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
Questo dice il Crocifisso ai cristiani. In Lui la vera gloria. Il Crocifisso grida ad ogni monrealese: la tua gloria è l’amore! Anche tu puoisperimentare la gloria se, guardando a Gesù Crocifisso, saprai come lui vivere il tuo quotidiano: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» (Rm 12,21).
Rinnoviamo la nostra adesione al Crocifisso come modello di vita. Carissimi Confrati, portare questa effige in processione per le strade della nostra città significa annunciare a tutti la nostra scelta di vita e, al contempo, proporre Lui come modello di umanità nuova a tutti coloro che ci guarderanno.
3. Santissimo Crocifisso, fa che la tua croce sia sempre presente nelle nostre giornate e divenga la strada su cui camminare nell’amore e nel perdono reciproco. Donaci di arrenderci senza riserve nelle tue mani di Crocifisso, in cui risuona il senso dell’esistenza umana, della storia e del cosmo. Purifica le nostre labbra perché possiamo utilizzare la nostra bocca e la nostra lingua per consolare, pacificare, sostenere e intessere legami di fraternità.
Santissimo Crocifisso a te ci affidiamo. A te affidiamo i tanti crocifissi dalla malattia, dalla solitudine, dalla violenza, dalla ingiustizia, dal sistema mafioso… Aiutaci ad essere segno del tuo amore perché possiamo, sul tuo esempio spalancare le braccia per accogliere ogni povero e sofferente.
Santissimo Crocifisso, intercedi per noi. Amen