“Maria è assunta in cielo in corpo e anima: anche per il corpo c’è posto in Dio. Il cielo non è più per noi una sfera molto lontana e sconosciuta. Nel cielo abbiamo una madre. […] Il cielo è aperto, il cielo ha un cuore”. Così, papa Benedetto XVI diceva in una omelia nella Solennità dell’Assunzione della B.V. Maria al cielo.
Carissimi fratelli e sorelle, l’Assunzione di Maria dice la piena partecipazione della sua persona, corpo e anima, alla vita divina. Colei che ha condiviso la croce del suo Figlio, oggi ne condivide la gloria. E questo vale per ciascuno di noi.
1. La prima grande conseguenza, che spesso poco consideriamo, è che la risurrezione di Maria è segno che rivendica la dignità della vita umana e, in particolare, la dignità del corpo di ogni persona. Alla luce di questa Solennità mariana comprendiamo fino a che punto giungono le conseguenze dell’affermazione dell’evangelista Giovanni «Il Verbo si è fatto carne»: l’uomo, anche nella sua corporeità, è destinato alla comunione con Dio; il corpo umano è sacramento della presenza di Dio; senza corpo non è possibile fare esperienza di Gesù; fuori dal corpo non è possibile vivere l’amore, la fraternità, la pace, la giustizia; con il corpo si va in paradiso.
Per noi, che devoti celebriamo questa Solennità, non è, dunque,opzionale il rispetto del corpo, sia il nostro che quello degli altri e, in particolare, i corpi fragili, malati, provati dalla vita e particolarmente vulnerabili. Ogni battezzato ha il dovere di prendersi cura del corpo perché, come dice San Paolo, è “tempio dello Spirito santo” (cf 1Cor 6,19).
Chiediamo, anzitutto, per intercessione di Maria, la grazia di ricomprendere il valore del corpo, di ogni corpo e di esserne rispettosi edifensori.
2. La Parola di Dio che è stata proclamata ci mette di fronte alla necessità di una scelta personale per restituire al corpo e, di conseguenza, alla intera persona il suo valore intrinseco: essere “incontro” o “scontro”. Mi spiego.
Il Vangelo ci racconta un “incontro”, quello di Maria con Elisabetta; la prima lettura invece uno “scontro”, quello tra la donna vestita di sole e l’enorme drago rosso. Il trovarsi di fronte non sempre ha lo stesso esito.
I due termini “incontro” e “scontro” hanno la stessa radice: il termine latino “contra” che significa, appunto, trovarsi uno di fronte all’altro. Nel primo, questo trovarsi uno di fronte all’altro è preceduto dalla preposizione “in”, che allude a un’accoglienza, a un entrare dentro, a una comunione: Maria incontra Elisabetta entrando nella sua casa, viene ospitata nella sua intimità. Nel secondo, invece, il termine contra, è preceduto da una “s”, che è un prefisso che indica un’azione contraria, contrapposta: allude al combattersi che conduce in un campo di battaglia, in un deserto.
Gli scontri, sia quando siamo noi a innescarli, sia quando li subiamo dalla violenza di altri, anziché farci entrare nella comunione di una casa, ci conducono nei deserti delle separazioni e delle solitudini, come accade alla donna vestita di sole dell’Apocalisse e come accade ancora oggi, pensiamo alla desolazione lasciata dalle guerre, corpi di uomini, donne e bambini senza vita considerati “danni collaterali”; pensiamo alle continue risse nei luoghi di divertimento che troppo spesso lasciano a terra corpi di giovani qualificati come “incidenti”; pensiamo all’organizzazione e al metodo mafioso che per i propri interessi elimina chi li avversa definendoli “ostacoli”; ma pensiamo alla piaga degli abusi di ogni genere su minori e persone vulnerabili che vengono alimentati dall’omertà; così come alle lacrime di uomini e donne anziani i cui figli, per motivi che hanno anche dimenticato, non parlano più con loro e, magari, si sono fatti causa... sono queste e molte altre le conseguenze dello “scontro” che, ricordo, è sempre una scelta personale!
3. Maria ha scelto di essere incontro: si lascia incontrare da Dio, per Lui diventa grembo accogliente; esce per incontrare Elisabetta e per lei diventa supporto; sotto la croce diviene cuore accogliente per ogni discepolo e lo è anche per te: “figlio/a, ecco tua madre”; ed ora dal cielo ci indica la via dell’incontro per giungere a condividere con le lei «la corona della gloria che non appassisce» (1Pt 5,4).
Ogni volta che ci troviamo l’uno di fronte all’altro siamo posti dinnanzia questa scelta: possiamo trasformare questo faccia a faccia in un incontro o in uno scontro. O meglio, possiamo lasciare agire in noi lo Spirito di Dio che agisce in Maria, oppure lo spirito del drago. Mentre lo Spirito Santo rende sia Maria sia Elisabetta feconde e gravide di vita nuova, l’anti-spirito del drago sa partorire soltanto morte.
4. Nella Parola di Dio, l’incontro o lo scontro sono provocati da un bambino. È il figlio che Maria porta ancora nel grembo a condurla verso Elisabetta. Nell’Apocalisse, invece, il bambino che la donna vestita di sole partorisce suscita immediatamente l’odio e la violenza del drago, che tenta di divorarlo. Questo bambino, certo, allude al Figlio di Maria, a Gesù di Nazareth, ma nella prospettiva del libro dell’Apocalissesimboleggia anche altro: evoca il Regno di Dio e, quindi, noi Chiesa contutti quei segni dell’amore di Dio che riusciamo a partorire nella storia degli uomini. Ebbene, questo bambino e il suo Regno, la stessa Chiesasono stati e continuano a essere segno di contraddizione, come Maria aveva potuto ascoltare dalla voce dell’anziano Simeone (cf Lc 2,34-35).Decidiamoci oggi! Decidete da che parte stare. Non basta farsi battezzare, è necessario decidere se essere “incontro” o restare “scontro”. Non ci sono vie intermedie o mezze misure. Incontrare o scontrarsi, benedire o maledire, magnificare o disprezzare, generare vita o seminare morte. Ecco l’ambivalenza della scelta di fronte alla quale siamo sempre posti, anche nei gesti piccoli e quotidiani della vita.
Chiediamo l’intercessione materna di Maria perché il bambino che ha generato, visitando la nostra casa e la nostra vita, sia anche per noi segno di contraddizione, capace di svelare i pensieri del nostro cuore, di aiutarci a comprendere quale spirito abita in noi: se lo spirito della vita o lo spirito della morte, se lo spirito dell’incontro è quello dello scontro.
Contemplando Maria Assunta in cielo chiediamo a Dio che alimenti, con la forza del suo Spirito, il nostro desiderio di essere incontro.
Maria, Porta del cielo, prega per noi. Amen