“L’Arcivescovo di Monreale e gli Imprenditori dell’Area Industriale di CariniNuovi percorsi Industriali: il Progetto “Sviluppo & Legalità” dell’IRSAP”

03-09-2015

Oggi si è svolta presso l’azienda Omer  di Carini la giornata conclusiva del progetto “Sviluppo e legalità”, promosso dall’Irsap Sicilia, che ha visto la presenza degli imprenditori dell’area, di monsignor Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, dei rappresentanti delle forze dell’ordine, delle associazioni di categoria e delle istituzioni regionali. Tra i presenti anche Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Palermo, Francesco Lo Cascio, dirigente dell’assessorato regionale attività produttive e Silvana Saguto, presidente della sezione misure patrimoniali del Tribunale di Palermo e l’ingegnere Giuseppe Russello, amministratore unico della Omer. In quello che era un terreno abbandonato, diventato una discarica pubblica e confiscato alla mafia, dopo essere stato acquistato dalla Omer, oggi sorge uno stabilimento di circa 10 mila metri quadrati dove si stanno progettando, testando e producendo gli interni dell’area meeting del nuovo Frecciarossa.  “Le aree industriali della Sicilia – ha sottolineato Alfonso Cicero, presidente Irsap – sono un’importante opportunità per lo sviluppo della nostra economia. Per intraprendere un nuovo cammino dobbiamo partire dalle priorità: la ripresa della vivibilità e della qualità dei servizi per sostenere le nostre imprese, attrarre nuovi investimenti e fermare la fuga dalla nostra terra”. Nel suo intervento mons. Pennisi, che stamattina ha visitato diverse aziende dell’area industriale di Carini, ha sottolineato come il problema dello sviluppo non è solo un problema economico, ma prima di tutto umano. “C’è uno stretto legame tra legalità e socialità. L’illegalità contribuisce a creare un contesto etico, sociale e culturale di freno allo sviluppo. La dottrina sociale della Chiesa  affida  all’economia un grande ruolo nello sviluppo umano; contemporaneamente crede che il vero sviluppo sia frutto di un’economia «pulita» e che l’attività imprenditoriale richieda delle virtù che contraddicono la corruzione tra le quali la diligenza, la laboriosità, la prudenza nell’assumere i ragionevoli rischi, l’affidabilità e la fedeltà nei rapporti interpersonali, la fortezza nell’esecuzione di decisioni difficili e dolorose, ma necessarie . Un’economia «pulita» risponde sia alle esigenze dell’etica sia a quelle dell’economia stessa: da ambedue infatti perviene all’economia una «domanda di qualità» .  Essere imprenditori è percepire una unità tra la propria attività ed il cammino umano. Questa unità fa sì che il lavoro non diventi un idolo o solo una fonte di reddito staccata dal resto della persona e della vita, ma diventi uno strumento per vivere il sociale e contribuire al bene comune. Ciò che deve muovere l’uomo imprenditore è un’attrattiva: il bene per se e per gli altri è molto più attraente del proprio tornaconto”. Maria Modica