È la prima volta che con voi celebro questa bella festa che per noi solennità. Il ricordo della Natività di Maria coincide, qui a Monreale, con la festa della Madonna del Popolo: Maria, la madre di Dio, è da noi acclamata donna del popolo. Con questo titolo la riconosciamo come parte del nostro popolo, diremmo familiarmente una di noi; ma, allo steso tempo, riconosciamo che il suo modo di essere parte del nostro popolo è esemplare, è un “essere per”. Lei non solo è una di noi, ma è anche: donna per noi.
Conosciamo bene la tradizione secondo la quale, durante una battuta di caccia Re Guglielmo si addormentò sotto un albero di carrubo. Qui, gli apparve la Vergine che gli indicò il luogo dove avrebbe trovato un tesoro con il quale doveva edificare una grande chiesa. Lui ascoltò la voce di Maria, senza nemmeno immaginare che intorno a quell’opera sarebbe, poi, nata Monreale. Dal sogno di un uomo e dal suo impegno per realizzarlo nasce la storia della comunità cristiana e civile di Monreale.
In questa dinamica di sogno e impegno riconosciamo lo stile dell’agire di Dio. Lo stesso stile che rintracciamo nel racconto evangelico.
Il brano del vangelo che è stato proclamato presenta la storia di Israele, a partire da Abramo, come storia di singoli che, con i loro sogni, i loro slanci generosi, le loro miserie, i loro errori e le loro ripartenze hanno intessuto un percorso che è giunto alla mèta della nascita di Maria e di Gesù. Quei singoli, elencati dall’evangelista Matteo, non potevano nemmeno immaginare di essere parte e protagonisti di un percorso che sarebbe giunto a generare l’Atteso, il Messia.
Di alcuni di loro conosciamo le vicende, di altri conosciamo poco eppure ciascuno di loro costituisce un “paso” importante e necessario per la realizzazione del piano di salvezza. La nascita di Maria e di Gesù passano anche attraverso la loro storia personale.
Ecco, allora, il primo messaggio che desidero cogliere per noi in questa solennità: la storia di Dio, cioè la storia della salvezza, si svolge e si compie sempre intrecciata con la storia degli uomini. Non ci sono due piani separati, quello della grazia e quello del mondo, quello dell’anima e quello del corpo. Non c’è nemmeno una storia della salvezza che piove dal cielo già bella e fatta.
Dio ha scelto il linguaggio dell’incarnazione per innervare della sua presenza le nostre esistenze, i nostri pensieri, i nostri sogni e le nostre povertà. Dio sceglie la nostra storia quotidiana, per quanto bella o complessa la si possa avvertire, come luogo di salvezza; come luogo in cui realizzare il suo Regno.
Fratelli e sorelle, è nelle nostre scelte quotidiane che si costruisce il Regno dei cieli. Ognuno di noi è parte di questo grande progetto d’amore scritto da Dio. Non esistono scarti nella società; non esistono quelli che contano di più e quelli che contano poco, i giusti e gli sbagliati… Esistono uomini e donne, tutti figli dell’unico Padre, ciascuno unico e irripetibile; dall’intreccio delle storie personali di ciascuno di questi cresce e si realizza la promessa di cieli nuovi e terra nova.
La Madonna del popolo ci invita ad essere consapevoli e responsabili della nostra vocazione personale e comunitaria.
Un secondo pensiero. La genealogia presentata da Matteo assomiglia ad un cammino, o meglio ad un pellegrinaggio. Infatti, andare in pellegrinaggio significa essere orientati, interiormente ed esteriormente, in una certa direzione, camminare e vivere verso una méta. Ciò conferisce alla vita una bellezza particolare.
Tra i pellegrini della genealogia di Gesù ce ne erano alcuni che avevano dimenticato la méta e volevano porre sé stessi come méta. Ci sono stati momenti della storia del popolo di Israele in cui gli interessi personali offuscarono completamente la meta del comune pellegrinaggio. Ma, mentre agli occhi dell’uomo tutto era sembrato perduto, il Signore, di nuovo, aveva suscitato anche persone che si erano lasciate spingere dalla nostalgia della meta, e vi orientarono decisamente la propria esistenza.
Lo slancio verso la fede cristiana, l’inizio della Chiesa di Gesù Cristo è stato possibile, perché esistevano in Israele persone con il cuore in ricerca, persone che non si erano accomodate nella consuetudine, ma avevano scrutato lontano alla ricerca di qualcosa di più grande: Zaccaria, Elisabetta, Simeone, Anna, Maria e Giuseppe, i Dodici e molti altri. Poiché il loro cuore era in attesa poterono riconoscere in Gesù colui che Dio aveva mandato e diventare così l’inizio della sua famiglia universale.
Maria non solo ha fatto parte di questa schiera, ma tutt’ora fa parte di questo popolo di sognatori. È la Madonna del popolo in attesa, del popolo che profeticamente riesce ad anticipare il futuro qui ed ora.
Maria non è Madonna del popolo che si arrende al male, alla disillusione del pensare che tanto le cose non cambiano. Non è Madonna del popolo che pensa che “si stava meglio quando si stava peggio”. Non è Madonna del popolo degli sconfitti nella speranza che pensano soltanto a loro stessi e al loro personale tornaconto. Non è Madonna del popolo che prende le distanze dall’altro perché povero, cattivo, straniero…
Fratelli e Sorelle, Maria è donna del popolo che decide di giocarsi in questa vita e fa la propria parte con Amore. È Madonna del popolo che dice sì a Dio e perciò si rimbocca le maniche per ricostruire la Chiesa e un mondo più umano.
Fratelli e Sorelle, Maria ci chiama a far parte di questo popolo di Dio, il popolo del sì, dell’amore e dell’impegno. È un popolo che esprime, anzitutto, due caratteristiche:
- la consapevolezza di essere chiamato a questa esistenza, convinto che questa storia, e non altre, è la storia della salvezza;
- la determinazione di assumersi la responsabilità personale e comunitaria di farsi carico della storia e di tutte le sue storture per farla risplendere come storia di salvezza.
Maria è Signora di questo Popolo Nuovo e noi, che ci riconosciamo suoi figli, scegliamo di farne parte.
Chiediamo, quest’oggi, a Maria che ispiri nel nostro cuore il desiderio e sostenga il nostro impegno di essere parte del suo Popolo. Amen.