Omelia Lettorato di Emmanuel Saladino

04-02-2024

Carissimi fratelli e sorelle, come ogni domenica siamo convocati intorno alla mensa della Parola e dell’Eucaristia per riconoscerci figli nel Figlio e quindi fratelli e sorelle chiamati a vivere in pienezza la vita nuova che Gesù ci ha ottenuto attraverso il suo sacrificio. Sappiamo bene, perché lo sperimentiamo ogni giorno, che la fraternità nella quale siamo costituiti per il battesimo è dono e proprio per questo cammino da percorrere, una realtà da costruire, un processo iniziato con il Sacramento e non ancora compiuto. Ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte. Nessuno ha maggiore responsabilità dell’altro. Ciascuno, per la propria parte, è chiamato all’edificazione della Chiesa con responsabilità diversa.
È dentro questa comune vocazione battesimale ad essere costruttori di fraternità, che comprendiamo anche il senso del Ministero che quest’oggi viene conferito ad Emmanuel. Caro Emmanuel, i ministeri ecclesiali non sono premi che vengono dati alla persona perché ha raggiunto un determinato livello di preparazione; il lettorato nemmeno accresce la tua dignità personale e, soprattutto, non ti allontana dall’assemblea eucaristica domenicale, non ti pone ad un livello diverso da quello degli altri fratelli e sorelle… piuttosto ti conferisce un compito, una particolare responsabilità da vivere in spirito di servizio.
Tu proclamerai la Parola di Dio nell’assemblea eucaristica domenicale, la annuncerai, la spiegherai ai fratelli e soprattutto, la dovrai mostrare con la tua vita. Così si esprime il rito che tra poco celebreremo: “È necessario che, mentre annunzi agli altri la parola di Dio, tu sappia accoglierla in te stesso con piena docilità allo Spirito Santo; meditala ogni giorno per acquistarne una conoscenza sempre più viva e penetrante, ma soprattutto rendi testimonianza con la tua vita al nostro salvatore Gesù Cristo”. È questo l’impegno che oggi tu assumi e per il quale invocheremo su di te una particolare benedizione.
Mettiamoci, ora, in ascolto della Parola di Dio che la liturgia ci ha donato in questa domenica. Vorrei interrogare il vangelo circa la dinamica in cui nasce il servizio e quindi anche il ministero di lettore.
Mi pare si possano cogliere tre passaggi dal racconto di Marco sui quali ciascuno è chiamato a misurarsi.

1] «E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea». “Subito” dice il testo. Gesù, con questo movimento esprime una urgenza che è data dal suo stesso annuncio «il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino».  Non c’è tempo da perdere e nemmeno da attendere: è questo il momento in cui accogliere la sua Parola ed entrare nel Regno. L’urgenza espressa da quel “subito”, porta Gesù ad uscire dalla sinagoga per entrare nella casa di Simone e Andrea. Gesù non si colloca in forma stabile nei luoghi scari, non intende farsi incontrare esclusivamente nei luoghi generalmente da noi deputati alla spiritualità: le chiese, i santuari… o anche il cuore, la mente, le intuizioni…, ma esce da questi luoghi per entrare nella casa.
La “casa” rappresenta la concretezza e la quotidianità della vita di ogni persona. È il luogo in cui nasci e cresci; in cui ricevi l’educazione; essa è frutto di una fatica; racconta la tua storia, dice dei tuoi genitori; è il luogo famigliare, dell’intimità e delle relazioni più autentiche; è dove puoi togliere la maschera ed essere te stesso. Dio si è fatto uomo per entrare nella tua casa, nei tuoi affetti, nelle tue fatiche, nei tuoi sogni, nelle tue relazioni, nel tuo quotidiano… per incontrarti nella verità.
2] Ma cosa accade quando Gesù entra in casa? «La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei». “Subito” gli parlano di lei, ma non perché vogliono che venga da lui guarita, ma per giustificarsi, probabilmente, del fatto che la casa non era accogliente come avrebbe dovuto essere, non era preparata degnamente per ricevere il maestro, un ospite importante, e questo perché la suocera, deputata a questo compito, era malata.
Quando incontriamo Gesù nel tempio, cioè, per noi, la domenica a messa, o durante le nostre preghiere e devozioni, tutto sembra in ordine perché contenuto nelle forme rituali. Ma quando entra nella nostra “casa” emerge una impreparazione ad accoglierlo dignitosamente e pienamente: paure, resistenze, attaccamento alle ricchezze, pigrizia, sfiducia…
Quando Gesù entra nella nostra case le nostre inadeguatezze e incoerenze emergono prepotentemente. È forse questa la ragione per la quale siamo tentati di non far entrare il Vangelo nelle nostre scelte quotidiane e preferiamo essere i “cristiani della domenica” che dal lunedì al sabato tengono chiuso in un cassetto il certificato di battesimo.
3] Infine «Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva». Ecco dove nasce il servizio. Ecco caro Emmanuel dove ha le radici anche il Ministero che a te viene conferito. Gesù non si scandalizza delle nostre malattie, dei nostri peccati e dei nostri goffi tentativi di nascondere in casa ciò che reputiamo non all’altezza dell’essere cristiano. Gesù si avvicina proprio a ciò che ci rende inadatti, a ciò che, di noi, è malato. Con un gesto delicatissimo, tipico di una mamma o di un papà, “prende per mano” e «la fece alzare», cioè «la fece risorgere».
Carissimi fratelli e sorelle, caro Emmanuel, Gesù viene nella nostra casa e non si scandalizza delle nostre inadeguatezze, ma ci guarisce da ogni infermità donandoci una nuova vita, quella dei figli della risurrezione.
Ecco il servizio: «la febbre la lasciò ed ella li serviva». È dall’azione gratuita e sovrabbondante di Dio che nasce il servizio, non dalle nostre qualità. Nessuno di noi è in grado di annunciare il Vangelo. Con il Battesimo Dio ci ha presi per mano, ci ha sollevati donandoci una vita nuova capace di servire, annunciare, testimoniare.
A te Emmanuel, oggi la Chiesa affida in modo speciale il servizio di annunciare la Bella Notizia. Per tutti noi è un dovere, per te, da oggi, sarà una responsabilità che tu stesso scegli di assumere con il tuo “Amen” pronunciato davanti al vescovo e alla comunità. Si fedele a questo ministero e fai tue le parole che Paolo indirizza ai Corinzi: «guai a me se non annuncio il Vangelo! Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo, senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo».
Preghiamo per Emmanuel perché nell’esercizio del Ministero di lettore possa arricchire la comunità ecclesiale ravvivando in tutti il desiderio di servire Gesù nella fraternità.
Maria Madre dell’ascolto, prega per noi. Amen