Eccellenza Reverendissima,
carissimi confratelli ,
fratelli e sorelle amati dal Signore,
La Messa crismale del Giovedì Santo è un momento di grazia particolare, in cui rinnoviamo il senso della nostra appartenenza alla Chiesa. È veramente bello stare insieme come fratelli e sorelle, e avvertire fra noi la presenza del Signore Gesù, che proprio in questo giorno, istituendo l’eucaristia e il sacerdozio ministeriale pose le basi della Chiesa.
Nel Vangelo di oggi (Lc 4, 16-21) dopo che Gesù ebbe letto il brano di Isaia, si afferma che “gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui”. Origene commenta”Come vorrei che questa assemblea desse una tale testimonianza, cioè che gli occhi di tutti catecumeni e fedeli, donne , uomini e bambini- non gli occhi del corpo ma gli occhi della mente- osservassero Gesù. Quando lo guarderete, i vostri occhi risplenderanno per la luce del suo sguardo; allora potrete dire: la luce del tuo volto, Signore, ha lasciato il suo segno su di noi (sal 4,7). (Origene Omelie sul vangelo di Luca 32,6).
In questa nostra cattedrale noi abbiamo il privilegio, al quale non dobbiamo abituarci, di contemplare nella sua splendente bellezza anche con gli occhi del corpo, il Cristo Pantocratore che ci accoglie, ci abbraccia, ci benedice, ci illumina.
Oggi noi che abbiamo il privilegio di celebrare l’eucaristia in questa basilica d’oro, non possiamo non ricordare con tristezza il grave danno che ha subito la cattedrale di Notre Dame, la cui costruzione come il nostro Duomo risale alla seconda metà del XII secolo. La presenza delle reliquie di san Luigi IX re dei Francesi e il fatto che anche il nostro duomo fu oggetto di un rovinoso incendio l’11 novembre 1811, ci fanno sentire più vicini alla Chiesa di Parigi e della Francia.
Questa catastrofe non solo ha gravemente danneggiato un edificio storico e artistico ma una chiesa testimone della fede e della preghiera dei cattolici lungo tanti secoli. Una catastrofe ben più grave sarebbe un edificio sacro privo di fedeli, una chiesa di pietre bruciate e annerite senza le pietre vive dei cristiani; è un dramma maggiore la scomparsa o l’eclissi della fede cristiana in vasti settori della Francia, dell’Europa e anche della nostra Italia. Per questo vogliamo pregare perché la Chiesa si risvegli nelle anime soprattutto dei giovani.
Marcel Proust in un articolo su “La morte delle cattedrali” scrisse agli inizi del secolo scorso:” Quando il sacrificio della carne e del sangue del Cristo, il sacrificio della Messa, non sarà più celebrato nelle chiese, non vi sarà in esse più vita. La liturgia cattolica è una cosa sola con l’architettura e la scultura delle nostre cattedrali, poiché le une e le altre hanno radice in un unico simbolismo”.
Noi dobbiamo rendere oggi grazie al Signore perché possiamo celebrare l’eucaristia nella nostra cattedrale d’oro e di luce, basilica di Cristo re ma anche del popolo regale profetico e sacerdotale di Dio, nella quale le varie immagini e le altre opere d’arte hanno un loro valore simbolico nel contesto ecclesiale, biblico e liturgico in cui sono collocate.
Nel corso di questo solenne rito, sono presentati, salutati e benedetti gli Olii dei catecumeni, degli infermi, l’olio profumato del Sacro Crisma segno della divina presenza che ci fa sperimentare “il buon odore di Cristo” (2 Cor 2,15) e la fragranza della Chiesa come “corpo crismato”.
“Oggi – canta la liturgia bizantina – si celebra un augusto mistero, è consacrato il sigillo dei divini carismi. Lo Spirito autore di tutti i doni, che ispira i profeti, che fa i sacerdoti, che insegna agli ignoranti la sapienza e trasforma i pescatori in teologi, mantiene unite le membra nel corpo profumato della Chiesa” (cit. in C. Militello, La Chiesa “Il Corpo crismato“, EDB, Bologna 2003, 720).
Gli olii che recheranno il balsamo della grazia divina al popolo cristiano, consentiranno alle nostre comunità di porre i segni sacramentali, che offrono in modo efficace, la salvezza gratuita di Dio alla libertà degli uomini .
Con il battesimo e la cresima partecipiamo alla vita divina e riceviamo il dono dello Spirito Santo, con l’eucaristia Gesù il Cristo alimenta la sua vita in noi e ci trasforma in un solo corpo e in un solo spirito; con l’unzione degli infermi quando la malattia viene e visitarci , Gesù Medico carnale e spirituale ci guarisce, ci consola e ci perdona.
Gesù l’Unto del Signore, l’Inviato di Dio ci porta il lieto annuncio della salvezza, la liberazione dagli idoli che ci rendono schiavi, ci fa riacquistare la vista attraverso la luce della fede, rende il nostro tempo, un tempo di grazia nel quale sperimentiamo la misericordia del Padre.
Carissimi presbiteri oggi facendo memoria del giorno della nostra ordinazione siamo chiamati a rinnovare le promesse presbiterali per ribadire la nostra fedeltà a Gesù Cristo. Siamo chiamati a riscoprire la nostra fraternità presbiterale non come un’esigenza di natura esistenziale, ma una conseguenza della fraternità sacramentale, che sta alla base del presbiterio.
A partire, poi, dalla natura comunionale della Chiesa, come membri del popolo santo di Dio, facciamo parte di un’unica grande famiglia di battezzati, nella quale lavoriamo gli uni per gli altri e con gli altri, soffriamo e gioiamo insieme con gli altri, preghiamo gli uni per gli altri, ci perdoniamo gli uni gli altri, ci correggiamo gli uni gli altri, ci accogliamo gli uni gli altri, gareggiamo nello stimarci a vicenda.
In quest’anno pastorale, pastori e fedeli, abbiamo fatto e continueremo a fare esercizi di comunione ecclesiale, di discernimento comunitario e di sinodalità sulle priorità pastorali della evangelizzazione, del vangelo della famiglia, della pastorale dei giovani.
La sinodalità. presuppone una Chiesa di fratelli e sorelle che camminano e decidono insieme facendo ciascuno la propria parte nella comunità e per la comunità.
La Chiesa si pone come icona della Trinità una nella diversità, comunione di carismi e ministeri che vive nella circolazione dell’amore di cui la vita trinitaria è oltre che sorgente modello incomparabile.
La sinodalità ecclesiale è un riflesso della Comunione trinitaria che regola la vita della Chiesa. Nelle persone divine l’essere di ognuna di loro coincide con la relazione con le altre nella comunione perfetta dell’unico amore. Soltanto in quanto relazionata con le altre, ogni persona divina ha la sua identità.
Una Chiesa veramente sinodale è sinfonica – “poliedrica”, per usare un’espressione di papa Francesco, perché valorizza le distinzioni, ma non ammette distanze e non tollera le inimicizie.
Questo vale per ogni pastorale e soprattutto come ci ha ricordato papa Francesco nella Esortazione Apostolica Postsinodale ”Chistus vivit”per la pastorale dei giovani.:” La pastorale giovanile non può che essere sinodale, vale a dire capace di dar forma a un “camminare insieme” che implica una «valorizzazione dei carismi che lo Spirito dona secondo la vocazione e il ruolo di ciascuno dei membri [della Chiesa], attraverso un dinamismo di corresponsabilità. […] Animati da questo spirito, potremo procedere verso una Chiesa partecipativa e corresponsabile, capace di valorizzare la ricchezza della varietà di cui si compone, accogliendo con gratitudine anche l’apporto dei fedeli laici, tra cui giovani e donne, quello della vita consacrata femminile e maschile, e quello di gruppi, associazioni e movimenti. Nessuno deve essere messo o potersi mettere in disparte».[CV 206: cfr. DF 123]
Se la sinodalità, come dimensione costitutiva della Chiesa, non diventa l’atmosfera in cui si respira la comunione trinitaria, se non è un modo abituale di relazionarsi nella Chiesa, la programmazione di qualsivoglia Sinodo è destinata a deludere se non a fallire.
Il card. Gualtiero Bassetti ha affermato recentemente: ” Oltre che stile, metodo di vita e di governo delle comunità cristiane, la sinodalità è «una proposta che sentiamo di poter e dover fare anche a una società slabbrata come la nostra, un passo verso la promozione di una cultura del dialogo e della pace, per il futuro dell’Italia e dell’Europa».
Ringrazio di cuore per il vostro generoso contributo per la Quaresima di Fraternità, che vuole aiutare il Caritas Baby Hospital di Betlemme che visiterò nel pellegrinaggio diocesano in Terra Santa nel prossimo mese di luglio.
Chiedo al Signore Gesù, per intercessione di Maria SS. Madre della Chiesa, che tutti i cristiani emanino il profumo di santità che deriva dall’unzione con il sacro crisma e che molti giovani rispondano con entusiasmo e generosità alla chiamata del Signore a seguirlo nella via del sacerdozio ministeriale e della consacrazione religiosa.
Mentre Vi ringrazio della vostra presenza in questa celebrazione, della vostra vicinanza con la preghiera e della vostra collaborazione al mio ministero pastorale, rivolgo a tutti l’augurio di un’intensa gioia pasquale.
+ Michele Pennisi