Omelia nel giorno di Pasqua 2019

21-04-2019

L’ARCIVESCOVO DI MONREALE
S.E. MONS. MICHELE PENNISI

OMELIA MESSA DEL GIORNO – SANTA PASQUA 2019
DUOMO DI MONREALE

L’annuncio gioioso di Pasqua che oggi la chiesa proclama davanti al mondo è questo: Gesù è risorto, è vivo, è ancora con noi.
Si tratta di un annuncio antico ma anche sempre nuovo, perché, ogni anno torna a squarciare la notte oscura di un mondo caratterizzato, in questo periodo da venti di guerra in Libia ed in altri paesi, da atti di terrorismo come quello avvenuto nel giorno di Pasqua nello Sri Lanka contro chiese e altre persone innocenti, dalle persecuzioni nei confronti di tanti cristiani, dal drammatico incendio di Notre Dame preceduto da vandalismi e incendi in Francia che hanno danneggiato diverse chiese, dalla litigiosità e dal cattivo esempio di alcuni politici, dalle difficoltà economiche ed esistenziali di tante famiglie, dalla disoccupazione e dalla precarietà di tanti giovani.
A partire dalla Pasqua di Cristo vogliamo ridire a tutti che la nostra vita non è oppressa da alcun timore. Essa porta la consapevolezza che Dio è presente nella storia, anche quando la sua presenza non viene percepita. Cristo risorto non ha tolto il male dal mondo, ma lo ha vinto alla radice, opponendo alla prepotenza del male, l’onnipotenza del suo Amore.
La resurrezione di Cristo è l’inizio di una nuova dimensione della realtà che si apre ad vita profondamente nuova e getta una luce nuova non solo sulla figura di Gesù di Nazareth ma anche sulla nostra vita, sul nostro presente e sul nostro futuro. La resurrezione di Cristo non è finita, sarà completata solo quando tutti parteciperemo con lui alla gloria del Padre.
Non la morte, non l’odio, non la violenza, non la sofferenza, non l’insuccesso, non il fallimento, hanno l’ultima parola , ma la vita in pienezza nella gloria del Padre con Cristo nello Spirito santo.
Passati dalla morte alla vita, grazie al battesimo, siamo invitati da san Paolo a celebrare questa grande festa non con il lievito vecchio della corruzione, della malizia e della perversità ma con il pane con azzimo della sincerità e della verità” (1Cor 5,8).
Nel vangelo di Giovanni Maria di Magdala andata a imbalsamare il corpo di Gesù constata che la grossa pietra che chiudeva il sepolcro è stata ribaltata e corre dagli apostoli e dice loro” hanno portato via il mio Signore e non sappiamo dove l’hanno posto”.
Pietro e il discepolo «che Gesù amava» corrono al sepolcro. Pietro entra per primo nel sepolcro e nota che le bende e il sudario, nei quali era avvolto il corpo di Gesù, era piegati con ordine: un indizio che già di per sé smentisce l’opinione di un frettoloso trafugamento del cadavere. Dopo entra nel sepolcro anche il discepolo amato, il quale «vide» e credette. L’evangelista attribuisce a questo discepolo amato un ruolo importante. Ne mette in risalto la sicurezza, l’intuizione e la prontezza a discernere la traccia del Signore Risorto. Lui solo ha compreso tutto il senso racchiuso nel sepolcro vuoto e nei panni piegati alla luce della Parola di Gesù che aveva preannunciato che il Cristo doveva risuscitare dai morti.
In questo gioioso giorno di Pasqua l’annuncio della risurrezione di Cristo dalle donne è arrivato agli Apostoli ed anche a noi attraverso una catena di testimoni autorevoli. Come successore di Coloro che lo videro vivente in mezzo a loro sento forte l’imperativo di trasmettere la gioia che pervase il cuore dei Dodici e di confermare la fede della Chiesa a me affidata, perché alimenti il fuoco della sua carità verso il mondo e vivifichi la sua speranza nel compimento delle promesse di Dio.
L’annuncio che Cristo è risorto, al cui ritmo batte perennemente il cuore della Chiesa, ci da la garanzia che i nostri peccati sono perdonati, le nostre lacrime sono asciugate, la nostra solitudine esistenziale è superata, la nostra noia mortale è vinta.
Oppressi e angustiati da tanti problemi, personali e mondiali, da tante promesse illusorie, abbiamo bisogno di una speranza non illusoria. Se Gesù Cristo non fosse risorto, la speranza umana resterebbe una povera speranza e le ingiustizie. le violenze, l’illegalità , la corruzione e la morte continuerebbero a dominare inesorabili.
La vittoria pasquale di Cristo instaura la sovranità dell’amore di Dio che vince la morte: alla schiavitù subentra la libertà, alla tristezza la gioia, all’egoismo l’amore. Cristo ci riconcilia con Dio nostro Padre ricco di misericordia, con il nostro prossimo, con il creato, che siamo chiamati a rispettare e a valorizzarne le risorse a servizio dell’uomo.
Papa Francesco ha scritto nell’Esortazione Apostolica Christus vivit:”Gesù è risorto e vuole farci partecipare alla novità della sua resurrezione. Egli è la vera giovinezza di un mondo invecchiato ed anche la giovinezza di un universo che attende “con le doglie del parto”(rm 8,22) di essere rivestito della sua luce e della sua vita.
La notizia della risurrezione di Cristo , apre orizzonti sul senso ultimo della nostra vita e sul destino dell’universo. Dobbiamo scrollarci di dosso la tristezza e la rassegnazione, per aprirci al coraggio della speranza e lavorare nella concordia per il bene comune.
Gesù Cristo come ha ribaltato il macigno che chiudeva il sepolcro , così può ribaltare il macigno che ci impedisce di riconoscere i segni della presenza di Dio nel nostro tempo e trasformare il nostro cuore di pietra pieno di egoismo e di tristezza in un cuore di carne capace di amare con lo stesso amore gratuito e misericordioso di Cristo e di accogliere in una abbraccio di pace tutti gli uomini.
Tutto questo esige una novità di vita in noi. Se noi siamo ancora nei nostri peccati allora Cristo è morto invano per noi, allora non è risorto per noi, allora per noi non è Pasqua, allora è inutile scambiarci gli auguri.
Auguro che la luce di Gesù Cristo Risorto illumini la vita di ognuno di noi e porti la speranza di un futuro di libertà, giustizia e pace a tutte le famiglie, alla città di Monreale, a tutti i comuni della nostra Diocesi e al mondo intero.
Gli auguri pasquali che oggi ci scambiamo scaturiscono dalla certezza che la vittoria di Cristo risorto è la nostra vittoria e alimentano la nostra preghiera che ci fa chiedere al Padre di “essere rinnovati nello Spirito per rinascere nella luce del Signore Risorto”.

Happy Easter to all of you!
Bonne fête de Pâques à tous
Feliz Pascua a todos
Fröhliche Ostern an alle!

Mons. Michele Pennisi