Ringraziamento di S. E. Mons. Gualtiero Isacchi a conclusione della Messa di ordinazione episcopale.

31-07-2022

Ringraziamento di S. E. Mons. Gualtiero Isacchi
a conclusione della Messa di ordinazione episcopale.
Basilica Cattedrale, 31 luglio 2022

Carissimi,
ho il cuore pieno di commozione e stupore di fronte a Dio che ha voluto chinarsi sulla mia persona per ricoprirmi della sua grazia con il dono dell’episcopato.
Sono, altresì, commosso e sorpreso dalle tante attestazioni di stima e di affetto ricevute: anche queste sono a lode e gloria di Dio Padre.
Un grazie filiale a Sua Eminenza il card. Marcello Semeraro. Da lei, Eminenza, ho imparato ad amare e servire la Chiesa così come è, così come la vuole il Signore. La ringrazio per la cura paterna con la quale mi ha accompagnato in questi ultimi 18 anni. So che continuerà ad essermi vicino soprattutto ora che con lei condivido la stessa paternità.
Attraverso Lei, Eminenza, desidero far giungere i miei sentimenti di gratitudine al Santo Padre, Francesco, che mi ha chiamato a questo ministero.
Grazie a Mons. Michele Pennisi, sapiente ed esperto pastore che ha guidato fino ad oggi la Chiesa monrealese. Grazie, perché mi ha accolto amorevolmente in questa terra ed ha promesso di accompagnarmi nei miei primi passi.
Grazie a Mons. Vincenzo Viva, per la sua presenza, la sua vicinanza e ancor più per l’attenzione che mi ha riservato in questo passaggio, non facile per entrambi.
Ringrazio Sua Eminenza il card. Paolo Romeo per la gradita e stimata presenza.
Ringrazio tutti voi, carissimi confratelli nell’episcopato, che con molta familiarità mi avete accolto: avrò molto da imparare da voi.
Dovrei, poi, ringraziare ad uno ad uno tutti i presenti: i sacerdoti della Diocesi di Albano con cui ho vissuto le gioie e le fatiche della fraternità presbiterale; i tanti laici con cui sono cresciuto ed ho collaborato: gli impiegati della curia di Albano; le famiglie e gli amici della parrocchia Sant’Eugenio di Pavona; i tanti amici con i quali ci siamo avventurati sulle vie del Vangelo. Grazie a tutti, di vero cuore.
Un grazie particolare ai miei famigliari: a mio fratello con la sua famiglia, ai miei nipoti e ai miei cugini venuti da Valmadrera. Un grazie speciale a mio zio Mons. Silvano Motta, che non ha potuto essere presente fisicamente, ma che da sempre ha accompagnato il mio cammino vocazionale ed è stato per me un esempio di vita donata al Signore in obbedienza alla sua Chiesa.
Un grazie particolare ai miei genitori, che, con tutti i loro “acciacchi”, hanno dovuto nuovamente lasciarmi andare come fecero già 40 anni fa, quando, all’età di 12 anni, mi lasciarono andare in seminario. Grazie perché ancora una volta mi siete accanto, nonostante la fatica.
Un sentito ringraziamento a voi, cari sacerdoti dell’arcidiocesi di Monreale, mi rivolgo anche a coloro che malati non hanno potuto partecipare fisicamente a questa celebrazione: il vostro abbraccio e le tante attestazioni di benevola accoglienza mi hanno fatto sentire a casa e mi incoraggiano ad iniziare con entusiasmo il cammino con voi sulle vie della sinodalità.
Grazie ai tanti che, in diverso modo, si sono adoperati nell’organizzazione di questa bellissima celebrazione.
Grazie a tutte le persone che hanno pregato e pregano quotidianamente per me: le Sorelle Clarisse di Albano, gli amici, le comunità parrocchiali, le comunità religiose, gli anziani e i malati.
Concludo ricordando con immensa gratitudine una persona a me molto cara, insieme con lui intendo fare memoria di tutti coloro che vivono già la pienezza della comunione dei Santi. Mi riferisco a mons. Dante Bernini, vescovo e padre che mi ha generato al sacerdozio. È tornato alla casa del Padre contemplando una riproduzione di questa immagine del Cristo Pantocratore che aveva voluta affissa ai piedi del suo letto.
Con don Dante e con tutti i santi, avvolti da questi stupendi mosaici, contempliamo e lodiamo il Dio dell’universo e con Lui facciamo festa!

Il Signore fedele che non dimentica il suo popolo
e che opera prodigi in mezzo a noi,
ci doni pace e gioia piena con la sua benedizione.

Grazie a tutti.