Festa di San Leoluca – Corleone
Carissimi fratelli e sorelle, per la prima volta celebro con voi questa bellissima festa di San Leoluca, figura di santità straordinaria che ha ricevuto da questa terra e da questo popolo corleonese la sua fede.
Nell’incipit di un manoscritto conservato nella Biblioteca della Regione Sicilia si legge: «Il beato e degno confessore di Cristo, Luca, il cui nome è anche Leone, fu oriundo della Sicilia, da un borgo chiamato Corleone». Non ho idea di quante persone abbiamo potuto leggere quel manoscritto, ma sicuramente, negli anni, non pochi. Mi piace immaginare come, pur non conoscendo Corleone, per quei lettori fosse divenuto familiare il nome di questo nostro paese e venisse anche immediatamente collegato alla storia di santità dell’abate Leoluca.
Per me non è stato così. Non avendo letto il manoscritto della vita di San Leoluca e non conscendo personalmente questo paese, ho sempre collegato il nome Corleone a storie di violenza, di male, di mafia… Se non fossi stato nominato vescovo di questa Chiesa locale non avrei mai potuto scoprire la bellezza di questo paese e della gente che lo abita. Non avrei mai potuto conoscere le meravigliose storie di santità che lo caratterizzano.
Mi domando: come può accadere che lo stesso paese, la stessa terra, la stessa gente, ispiri vite così diverse, contrapposte tra di loro? Questa terra ha generato persone che hanno abbracciato l’Amore e il bene fino alla santità ed altre che si sono decise per il male, la violenza, la morte fino all’aberrazione dell’umano.
Come è stato possibile? E soprattutto: noi, comunità cristiana, come possiamo ispirare la via della santità?
Continuando a leggere quel manoscritto sulla vita di San Leoluca, poi pubblicato da Maria Stelladoro nel 1995, si legge: «I suoi genitori cristianissimi e illustri fra i siciliani per divino volere generarono questo figlio…». Ecco allora una risposta alla nostra domanda: il bene e il male, pur rimanendo una scelta libera della singola persona, possono essere ispirati dalla testimonianza dei genitori e, in generale, degli adulti…
Carissimi fratelli e sorelle, celebrare la solennità di San Leoluca ci ricorda anzitutto che il popolo corleonese è stato capace di generare alla santità. Se lo ha fatto nel tempo, lo può farlo ancora oggi! È questo il compito della Chiesa; è questa la nostra missione di cristiani adulti: generare alla santità! Non basta far crescere “brave” persone, questo lo fanno meglio di noi gli educatori professionali… Dalla testimonianza dei genitori di san Leoluca, “cristianissimi e illustri”, siamo chiamati a risvegliare in noi la passione per il futuro che si deve tradurre in un impegno educativo per le giovani generazione.
San Leoluca, erede degli insegnamenti dei suoi genitori ma anche della testimonianza dei suoi compaesani, lascia tutto e, a 20 anni, sceglie di diventare «sale della terra e luce del mondo», scomparendo tra i monti della Calabria per una vita monastica.
La luce che ha guidato il suo cammino, Leoluca l’ha attinta dalla Parola di Dio. Io vorrei raccogliere alcuni luci dalla Parola che è stata proclamata in questa celebrazione.
- La prima luce la raccolgo dalla prima lettura. Elia è il profeta del fuoco. Ma questa pagina del 1° libro dei Re ce lo presenta fragile, abbattuto, sconfortato, senza speranza: «desideroso di morire».
Che cosa era accaduto? La sua personale esperienza di Dio, che lo aveva fatto sentire invincibile, potente, indistruttibile, ora non garantiva nemmeno la sua incolumità. È quello che proviamo anche noi quando guardiamo questo nostro tempo: tutto ciò che ci faceva sentire cristiani e amati da Dio sembra essere insignificante per il mondo e per le giovani generazioni.
Elia doveva convertirsi: nemmeno il più grande dei profeti ha potuto dare per scontata la propria fede. Così noi, incamminati sulle vie della conversione quaresimale, non possiamo dare per scontata la nostra fede, la nostra conoscenza di Dio.
Elia si deve convertire a un Dio che non è vento gagliardo, terremoto o fuoco… ma soffio di vento leggero, una brezza quasi impercettibile.
San Leoluca sceglie la via del monastero per imparare a riconoscere e sostare in compagnia di questo volto delicato e silenzioso di Dio.
Così noi, chiamati a generare santità, dobbiamo chiedere al Signore una fede lontana dagli effetti speciali, dai miracoli, dai grandi numeri e dai grandi segni. Una fede più capace di alimentare e generare, in noi e attraverso di noi, un soffio di brezza leggero capace di ridare speranza alle giovani generazioni.
- La seconda luce ci viene offerta da San Paolo. Egli scrive: “se anche parlassi le lingue, fossi capace di profezie, se conoscessi tutto il catechismo a memoria ed anche i misteri della teologia; se fossi capace di trasportare le montagne ma non avessi la carità… «non sarei nulla»”.
Questo testo, accostato alla testimonianza di San Leoluca, può diventare un ottimo strumento di verifica del nostro agire ecclesiale. Domandiamoci se quello che facciamo, catechesi, celebrazioni, processioni, servizio ai poveri… è animato dalla Carità. Lo facciamo perché spinti dall’amore crocifisso di Dio, o per abitudine, perché ci fa bene, ci fa sentire a posto… Se così fosse, nulla di quello che facciamo potrà mai raggiungere il cuore delle giovani generazioni. Nulla di quello che diciamo potrà mai infiammare nessuno per una scelta di santità.
- La terza luce la raccolgo dal Vangelo: la consapevolezza che non è facile essere cristiani; non è facile essere educatori; non è facile incamminarsi sulla via della santità. Di fronte a queste pagine della scrittura e alla testimonianza di San Leoluca, oggi di certo possiamo dire: “per noi è impossibile”, «Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: “Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio”». In forza di questa Parola, oggi, siamo qui a celebrare questa eucaristia e questa festa. Perché confidiamo in Dio e nella sua opera.
Carissimi fratelli e sorelle, soprattutto per voi corleonesi, popolo capace di generare alla santità, l’invito che mi pare di poter raccogliere dalla testimonianza di san Leoluca è quello di
- convertirci continuamente al Dio debole, fragile e silenzioso, per essere noi quella brezza di vento leggera capace di ridare speranza al cammino degli sfiduciati;
- fare tutto per Amore e con Amore, sia la Carità la nostra regola di vita;
- fondiamo la possibilità di questo cammino non sulle nostre forze, ma sulla certezza che “tutto è possibile in Dio” e tutto ci è possibile in Lui.
San Leoluca ci sostenga in questi tre passi di Luce.
Amen