Cari confratelli, gentili autorità civili e militari, fratelli e sorelle amati dal Signore.
All’inizio dell’anno nuovo Dio ci manifesta il suo volto luminoso e solare, il volto di un Dio dalle grandi braccia e dal cuore di luce, come il Pantocratore che domina l’abside del nostro duomo che tiene il libro aperto dove è scritto: ”Io sono la luce del mondo”.
Il nuovo anno è posto sotto la paterna benedizione di Dio che ci mostra il suo volto in Gesù Cristo da cui dipende la materna protezione di Maria Madre di Dio e madre nostra, modello di una Chiesa madre piena di misericordia e di tenerezza.
Nell’abside del nostro duomo sotto il Pantocratore , che ci sostiene con il suo abbraccio benedicente , è raffigurata la Madre di Dio, seduta come regina su un trono mentre tiene sulle ginocchia Gesù fanciullo benedicente. Ha la veste azzurra simbolo della sua umanità ed è rivestita di un manto purpureo perché piena di grazia e tutta santa. Con una mano tiene un fazzoletto bianco usato nella liturgia a indicare la sua partecipazione alla celebrazione eucaristica. Ai due lati stanno dritti in piedi due arcangeli vestiti con la dalmatica, che come ministri del Cristo rendono onore a Gesù bambino nell’atto di porgergli una sfera con una croce, raffigurante l’ostia eucaristica ,che significa e realizza la permanente presenza santificatrice di Cristo nella sua Chiesa.
Guardando a lei come Madre della salvezza fatta carne che dà senso allo storia, desideriamo che quest’anno sia non soltanto uno scorrere cronologico di eventi, ma una sfida quotidiana a riempire di senso il tempo, che passa, attraverso gesti di fede, di bontà e solidarietà.
La prima lettura riporta un testo molto significativo dell’Antico Testamento che ci porta la benedizione di Dio , che non è salute, denaro, fortuna, prestigio, lunga vita ma, molto semplicemente, è la luce da cui emanano bontà, generosità, bellezza, pace.
Il Signore ci rivela il suo nome come fonte di benedizione e fa brillare su di noi il suo volto, che è il volto di un bimbo circondato dalla tenerezza accogliente di sua madre.
Il volto di Dio che si manifesta in questo bambino non è un volto irato e terribile ma mite ed umile, che è capace di darci pace e di rivelarci che Dio ci è favorevole.
La lettera ai Galati contiene un timido accenno a Maria : «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna». Il fatto che Gesù è nato da donna vuole sottolineare la vera umanità del Verbo di Dio e l’accoglienza del mistero dell’incarnazione da parte dell’umanità di cui Maria è l’espressione più alta.
L’evangelista Luca così descrive l’atteggiamento di Maria: «Serbava tutte queste parole meditandole nel suo cuore». Innanzitutto ella «custodisce» quelle parole, per non perderle, non elimina nulla, ma cerca di assimilarle tutte nella loro diversità e nella loro ricchezza. E poi «le medita in cuor suo». Meditare significa ricondurre a unità quelle varie parole udite.
Siamo chiamati a riscoprire come Maria e Giuseppe lo stupore della fede di fronte al mistero di un Dio che si manifesta in un bambino.
Anche noi siamo invitati non solo a stupirci per un giorno, ma anche a conservare queste parole nel nostro cuore, interpretando gli avvenimenti della nostra vita alla luce del disegno misterioso di salvezza di Dio.
All’inizio di un Nuovo Anno l’ augurio della Chiesa è un augurio di serenità e di prosperità, ma è soprattutto un augurio di pace.
La pace ha il volto di Maria Regina della pace, che tiene fra le braccia Gesù, principe della vera pace.
Nello scorrere dei giorni del nuovo calendario, vogliamo sognare giorni di pace, di fraternità e di rinnovata amicizia. Non sappiamo cosa ci riserverà il 2021. Ma di una cosa siamo certi: Dio non mancherà di starci accanto ogni giorno, inondandoci della Sua Misericordia.
Il 2020 è stato segnato dalla grande crisi sanitaria del Covid-19, trasformatasi in un fenomeno globale, che ha provocato pesanti sofferenze e disagi. Ricordiamo anzitutto a coloro che hanno perso un familiare o una persona cara, ma anche a quanti sono rimasti senza lavoro. Un ricordo speciale va ai medici e agli operatori sanitari, ai volontari, alle Forze Armate e alle Forze dell’Ordine, agli Amministratori pubblici, al personale scolastico, ai sacerdoti che sono stati vicini alle tenta persone in difficoltà.
Con Papa Francesco rinnoviamo l’appello ai responsabili politici affinché adottino le misure adeguate per garantire l’accesso ai vaccini e le cure contro il Covid-19 a tutti ed in particolare a coloro che sono più poveri e più fragili.
Nel 2021 inizierà l’Anno speciale dedicato ad un approfondimento dell’Esortazione apostolica Amoris laetitia sulla famiglia e l’ Anno giubilare per celebrare i 150 anni dalla proclamazione di San Giuseppe patrono della Chiesa universale.
C’è l’auspicio che entro la prima metà dell’anno possa svolgersi in Sicilia la cerimonia della beatificazione del magistrato Rosario Livatino.
Il Santo Padre Francesco nel messaggio di quest’anno per la giornata mondiale della pace per debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, ha scelto come tema: La cultura della cura come percorso di pace.
La Sacra Scrittura presenta Dio, oltre che come Creatore, come Colui che si prende cura delle sue creature.
Nella sua compassione, Gesù Cristo figlio unigenito di Dio si avvicina ai malati nel corpo e nello spirito e li guarisce; perdona i peccatori e dona loro una vita nuova. Gesù è il Buon Pastore che si prende cura delle pecore ; è il Buon Samaritano che si china sull’uomo ferito, medica le sue piaghe e si prende cura di lui.
Anche noi siamo chiamati a prenderci cura degli altri soprattutto con le opere di misericordia spirituale e corporale
La cultura della cura, quale impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, quale disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca, costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace.
Come cristiani, teniamo lo sguardo rivolto alla Vergine Maria, Stella del mare e Madre della speranza. Tutti insieme collaboriamo per avanzare verso un nuovo orizzonte di amore e di pace, di fraternità e di solidarietà, di sostegno vicendevole e di accoglienza reciproca.
Non cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli, ma impegniamoci ogni giorno concretamente per «formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri».
A tutti ed in particolare alle autorità civili e militari presenti a questa celebrazione rivolgo i miei migliori auguri, affinché quest’anno possa far progredire l’umanità sulla via della fraternità, della giustizia e della pace fra le persone, le comunità e i popoli.