Svegliamoci dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina

I DOMENICA DI AVVENTO - Ammissione al catecumenato dei nuovi candidati
27-11-2022

Carissimi fratelli e sorelle con la prima domenica di Avvento inizia, per noi, un nuovo anno liturgico. Un tempo scandito e illuminato dalla Parola di Dio e dalla celebrazione dei grandi misteri della storia della salvezza, come anche dalle memorie di Maria e dei santi.

Con questo inizio ci è data una possibilità nuova per incontrare, riconoscere e scegliere Gesù come Signore della nostra esistenza.

A noi oggi è donato, ancora, un tempo di attesa e di speranza, una nuova occasione per rendere bella la nostra vita!

Durante le domeniche di quest’anno ci accompagnerà il vangelo di Matteo. Carissimi, per voi che oggi siete stati ammessi al catecumenato, sarebbe più adatto il vangelo secondo Marco che è definito il vangelo del Catecumeno, ma vi invito a leggere, ascoltare e meditare, insieme con le vostre comunità parrocchiali,il vangelo di Matteo che viene definito il Vangelo dell’Emmanuele, che significa Dio-connoi. Matteo ci dice che il nome di Dio è Emmanuele, Dio-con-noi. Egli ci annuncia che il Dio che Gesù è venuto a raccontare e a farci incontrare non è il motore immobile dei filosofi, non è nemmeno l’anziano con la barba bianca che sta tra le nuvole, ma è il Dio-con-noi, il Dio della storia, della nostra storia. Perciò, essere discepolo è anzituttoriconoscere questa presenza senza andare troppo lontano, perchéLui è qui, dice Matteo: “ècon-noi”.

Se, dunque, Dio si lascia incontrare e riconoscere nell’oggi della nostra vita, ci domandiamo: come fare per incontrarlo?

Il Vangelo di quest’oggi suggerisce di porre attenzione a un duplice movimento.

Il primo movimento è espresso dal ritornello del salmo responsoriale: «Andiamo con gioia incontro al Signore». È lo stesso invito fatto dal profeta Isaia: «Venite, saliamo sul monte del Signore». Quindi c’è un movimento che spetta a noi: dobbiamo spostarci da dove siamo, non possiamo restare fermi, non possiamo continuare a fare le stesse cose, le cose di sempre. Siamo chiamati ad attenzioni, ascolto, confronti, condivisioni, esperienze, incontri, decisioni e scelte

Il Vangelo, però, ci parla di un altro movimento, che è opposto al primo: Il Signore viene verso di noi; perciò dobbiamo vigilare, poiché «non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà perciò anche voi tenetevi pronti, perché, nell’ora in cui non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

Ecco bene espressi i due caratteri essenziali di questo tempo liturgico e della vita del cristiano, che è insieme tempo di Avventoe tempo di Attesa: avvento perché il Signore viene; attesa perché non dobbiamo aspettare passivamente, ma ad-tendere, cioè tendere verso di lui, camminando nella sua luce. Ogni incontro è vero quando è sostenuto da questo duplice desiderio: il Signore desidera incontrarci e viene verso di noi; a nostra volta noi desideriamo accoglierlo e andiamo verso di lui.

L’Avvento, dunque, è tempo prezioso perché risveglia in noi il desiderio del Signore, svelandoci quale sia il desiderio stesso di Dio: Dio desidera stare-con-noi per donarci gioia, pace, speranza, vita nuova, tutto ciò accende il nostro desiderio.

È questa la ragione per la quale questi sette giovani chiedono di diventare cristiani, non perché hanno bisogno di un nido dove andare a stare caldi e nemmeno perché cercano un gruppo con cui consolarsi reciprocamente e compiere qualche rito liturgico, ma perché desiderano vita piena!

Carissimi giovani non rinunciate mai a questo vostro desiderio profondo di vita piena! Non lasciatevi vincere dalla rassegnazione nella quale, qualche volta, anche noi cristiani cadiamo.

Dio non viene per offrirvi una vita tranquilla, la sua promessa èquesta: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11). È una promessa di gioia piena! Non è questo che cercate?

Alimentiamo allora il nostro desiderio, teniamolo vivo e ben presente, perché la vita del credente, come la definì un teologocontemporaneo, è come la notte di San Lorenzo, quando cadono le stelle e occorre esprimere un desiderio. Le stelle però sono così rapide a sfrecciare in cielo che, se non hai un desiderio pronto nel cuore, la stella passa e tu rimani muto e il tuo desiderio non si avvera.

Anche il Signore visita la nostra vita come un ladro; ci sorprende sempre, come una stella cadente, e se non abbiamo un desiderio che tenga desto il cuore, egli passa e noi non riconosciamo i segni della sua prossimità.

Ecco a cosa ci invita il Vangelo di oggi. È questo il primo passoper iniziare bene questo nuovo anno. Gesù ci sollecita a mantenere vivo il desiderio proprio attraverso l’esempio dei contemporanei di Noè, che «non si accorsero di nulla». Mangiavano, bevevano, prendevano moglie e marito; di per sé non facevano nulla di male,anzi, compivano tutte azioni indispensabili alla vita umana: se non mangio e non bevo muoio, se non ci si sposa non si generano figli e l’umanità finisce. Eppure paradossalmente, proprio tutto questo,che dovrebbe garantire la vita, non ha consentito loro di sopravvivere, perché «venne il diluvio e travolse tutti». Noi, non bastiamo a noi stessi. Tutto ciò che facciamo è sempre mancante di qualcosa.

Anche le altre due immagini che Gesù usa, vanno lette in questa prospettiva. «Due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via, l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata». Come le persone al tempo di Noè, anche i protagonisti di queste due piccole parabole non sono divisi dal fatto che uno faccia cose buone e l’altro cattive. Fanno esattamente le medesime cose, eppure c’è una divisione più nascosta che li separa. Questa differenza sta nell’atteggiamento più interiore della vita: non conta solamente ciò che si fa, ma il modo in cui lo si fa, l’intenzione del cuore che in esso si manifesta. Non basta mangiare, bere, sposarsi e lavorare, pur facendo tutto questo, spesso, siamo tristi e affaticati. Se vogliamo la gioia dobbiamo aprirci all’attesa di Dio, alla sua volontà.

Ecco allora l’impegno che questa prima domenica di avvento ci consegna: riaccendere il desiderio attendendo il Signore che viene.

Concludo ripetendo le parole di San Paolo: «è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina […]. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce».

Svegliamoci. Alimentiamo il nostro desiderio di Vita buona. Alziamo lo sguardo in attesa di Colui che viene, perché l’incontro con il Dio-con-noi ci renda testimoni di una possibile umanità nuova e portatori di pace, di giustizia e di gioia.

Buon cammino a tutti!