Una nuova umanità

Solennità dell’Immacolata 2023
08-12-2023

In questo tempo di preparazione al Natale, la Chiesa propone la Solennità dell’Immacolata concezione di Maria, aurora del Natale, proprio per meglio prepararci all’incontro con il Signore che viene. Questa festa ci interpella più di quanto generalmente pensiamo.
Il dogma dell’Immacolata concezione, suggerito già nel concilio di Basilea (1439), venne proclamato da Pio IX nel 1854. Da allora ogni cristiano può affermare, senza alcun dubbio, che Maria, in vista del compito che per lei la sapienza di Dio aveva pensato, nacque senza il peccato originale.
Di fronte a questa opera meravigliosa di Dio restiamo affascinati ed esclamiamo “Beata te, Maria”; a lei simbolicamente offriamo le chiavi della nostra città, a lei, a conclusione di questa nostra celebrazione, faremo omaggi floreali; sotto di lei ci sentiamo piccini, impossibilitati ad essere come lei. Eppure, il mistero dell’Immacolata concezione dice qualcosa di noi e, come dicevo, ci interpella.
Immacolata, lo sappiamo significa senza macchia e si riferisce al fatto che Maria nasce senza il peccato originale. Ma anche noi, con il battesimo, siamo stati liberati dalla schiavitù del peccato; anche noi dal giorno del nostro battesimo possiamo dirci “immacolati”: «da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo» dice Paolo nella lettera agli Efesini (2,5). Maria, oggi, ci ricorda che anche noi, per grazia come lei, siamo stati liberati dal peccato originale e siamo in grado di vivere da figli di Dio anche se portiamo le ferite del peccato e ne sentiamo il morso mentre ci insidia il calcagno, come dice simbolicamente il libro di Genesi.
Quindi in termine Immacolata dice qualcosa di noi.
Così il termine concezione. Esso nel linguaggio biblico è utilizzato per indicare la totalità dell’esistenza. Ad esempio il profeta Geremia dichiara di essere stato conosciuto da Dio prima di essere formato nel grembo materno (1,5); così Paolo scrive ai Galati: «Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia» (1,15); l’anziano orante del Salmo 71, guardando retrospettivamente la sua vita di fedeltà e di amore, esclama: «Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno» (v.6). Quindi è vero che il termine “concezione” indica che l’esistenza totale di Maria, dal primo barlume fino all’ultimo istante, è sotto il segno di Dio, ma ciò è altrettanto vero per ciascuno di noi. Paolo esprime questa verità nella seconda lettura che è stata proclamata: «In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo» (Ef 1,4-5).
Ecco allora che anche il termine concezione dice qualcosa di noi.
Possiamo allora intendere l’espressione “Immacolata concezione” come qualcosa che ci riguarda, perché dice della nuova possibilità di vita nella quale la grazia di Dio ci ha inseriti con il battesimo. Maria ha realizzato pienamente questa possibilità, noi, come lei, siamo chiamati a scegliere: cosa scegliamo?
La liturgia ci indica la possibilità di scegliere tra due modelli di umanità: quella rappresentata da Adamo ed Eva nel racconto di Genesi e quella rappresentata da Maria nel racconto di Luca.
A] Il primo modo di essere uomini e donne è quello che pensa di cavarsela senza Dio. Conosciamo bene il racconto di Genesi: l’umanità sceglie di mangiare dell’albero che le era proibito, quello della conoscenza del bene e del male, perché qualcuno gli dice: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male» (3,4-5). Alla luce di questo possiamo porci alcune domande: chi ascolto? Di chi mi fido? Quali voci guidano le mie scelte?
All’umanità Dio domanda: «Dove sei?». Proviamo a rispondere noi a questa domanda: dov’è la nostra umanità? Ogni giorno viene narrata una umanità caratterizzata da guerre, violenze, abusi, ingiustizie, solitudini, depressione, anoressia… paure. Il libro della Genesi dice che questo tipo di umanità genera figli (Caino e Abele) invidiosi e per questo fratricidi, capaci soltanto di uccidersi gli uni gli altri.
È una umanità che, di fronte a Dio, si nasconde perché si scopre nuda: tutto ciò che pensava gli avrebbe dato sicurezza e certezze in realtà l’ha spogliata. Perciò non è più in grado di rispondere; non è più in grado di esercitare la propria responsabilità e quindi incolpa gli altri della propria condizione: è stata la donna, è stato il serpente. La colpa di quello che capita è sempre di qualcun altro. Assistiamo quotidianamente alla caccia al colpevole, a colui che deve rispondere della mia nudità. E, trovato il colpevole, noi ce ne restiamo tranquilli, ma sempre nascosti e nudi, incapaci di rispondere, in attesa del prossimo invitabile fratricidio: che sia una donna, un uomo, un anziano, un feto, un migrante, un malato… non importa, ciò che importa è trovare il colpevole.
B] Il secondo modello di umanità e quello perfettamente realizzato da Maria di Nazareth, la vergine Immacolata. È l’umanità che, consapevole della propria nudità, non si nasconde davanti alla Parola di Dio ma, piuttosto, si interroga: che senso ha la tua Parola? Non nasconde la propria “nudità”, piuttosto si mette in gioco: come è possibile che io possa fare questo? Non cerca colpevoli, ma si assume la propria responsabilità abbandonandosi al progetto di un Altro: «Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola».
Questa è l’umanità pienamente realizzata di cui Maria è sublime modello. Questa è l’umanità che ci affascina e ci attrae; è l’umanità creata da Dio, quella capace di abitare il paradiso terrestre. È l’umanità che si riconosce povera e non all’altezza, ma che con umiltà si rende disponibile. È una umanità piena di domande e con poche risposte: come è possibile perdonare? Come porgere l’altra guancia? Come accettare che Dio sia un neonato? Come non dare la colpa a Erode, agli scribi, ai farisei e ai sacerdoti…? Come assumermi la mia responsabilità e dentro un modo che mi spinge a vivere senza Dio? Come splendere in un modo che mi permette di andare a Messa, ma non di accogliere, di perdonare, di lavorare, di educare, di amare, di denunciare le ingiustizie…?
Carissimi fratelli e sorelle, anche per noi, come per Maria, per tutte queste domande c’è una sola risposta: «Lo Spirito santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra».
Di fronte a questa Parola puoi nasconderti dietro la responsabilità degli altri e restare nudo, oppure puoi dire “Eccomi, fai tu in me quello che dici, io ti offro la mia disponibilità” e così splendere come Maria.
Maria Immacolata ci renda capaci di ripetere quest’oggi il nostro e ci sostenga nell’impegno di vivere come nuova umanità. Amen