Uno sguardo al passato e uno al futuro.

Santa Messa e Te Deum di fine anno 2022
31-12-2022

Carissimi fratelli e sorelle, questa nostra celebrazione vespertina, situata nel passaggio tra il vecchio e il nuovo anno, è caratterizzata da uno sguardo al passato e uno al futuro.
1] Anzitutto uno sguardo al passato con il quale salutiamo un anno che finisce.
Alla fine di ogni percorso si fanno i conti, si cerca di capire cosa rimane, cosa ci è stato di peso, casa si sarebbe dovuto evitare… Questo sguardo al passato, per noi scristiani, si concretizza nel canto del Te Deum, con il quale ringraziamo e lodiamo Dio per tutto ciò che ci è stato donato in questo tempo trascorso.
Non è stato un anno facile, per nessuno, e sappiamo tutti quali problematicità lo hanno caratterizzato. Ma in mezzo alle tante contrarietà, noi cristiani cogliamo una presenza o, meglio ancora, una provvidenza, per la quale vogliamo ringraziare.
Io per primo sento il bisogno di ringraziare per il dono dell’episcopato, per il dono di questa bella Chiesa monrealese, per il dono di nuove relazioni. Tutti, dobbiamo ringraziare per il dono di Papa Benedetto XVI che proprio questa mattina ha compiuto il suo pellegrinaggio terreno: è stato un dono per la nostra Chiesa, un profeta, o come si definì all’inizio del suo pontificato (2005) “un umile lavoratore nella vigna del Signore”, la cui eredità arricchisce l’umanità intera.
Cari fratelli e sorelle, lo sguardo al passato ci fa cogliere questo tempo come tempo del ringraziamento e della lode. Invito ciascuno a dedicare qualche momento, magari durante l’esposizione del Santissimo Sacramento per esprimere i grazie particolari, per ciò che ha vissuto, per il bene che Dio gli ha donato nell’anno che si sta concludendo pur dentro le molte difficoltà.
2] Da questo sguardo grato nasce lo sguardo al futuro caratterizzato da tanti buoni propositi.
All’inizio di un nuovo percorso si fanno sempre i buoni propositi. Ma proprio l’esperienza dell’anno appena trascorso ci dice che da soli non ce la possiamo fare e che i nostri buoni propositi non bastano. Papa Francesco, nel messaggio scritto in occasione della 56a Giornata Mondiale della Pace che si celebrerà domani, ci ha ricordato che “Nessuno può salvarsi da solo”. Nonostante i buoni propositi di inizio 2022, non solo chiudiamo un anno ancora segnato dalle guerre, ma ne apriamo un altro ancora più armati, arrabbiati, impauriti, diffidenti e forse scoraggiati … Sembra non esserci speranza, la guerra si combatte sempre più vicino a noi; il peggior campo di battaglia appare la famiglia: è qui che si consumano le violenze più sconcertanti…
Il nostro sguardo al futuro si apre, però, alla speranza a partire dal grande mistero del Natale e dalla solennità di Maria Santissima Madre di Dio. Queste solennità ci ricordano che Dio non si è stancato di noi, che il Dio rivelato da Gesù è il Dio-con-noi: non siamo soli! È questa la ragione per la quale guardando al futuro possiamo dire che c’è speranza: c’è, perché è nata la speranza! La speranza non si identifica con i nostri buoni propositi, ma è una persona, un bimbo, fragile e potente … è il figlio di Maria e di Giuseppe.
È a Lui che in questa notte di passaggio tendiamo le mani, gli occhi, gli orecchi, il cuore. E Lui, Parola di Vita, questa sera ci parla e ci dona: una benedizione, due strade da percorrere e una vita rinnovata.
A. Una benedizione. L’abbiamo ascoltata nella prima lettura, tratta dal libro dei Numeri:
«Ti benedica il Signore e ti custodisca». La benedizione non è un porta fortuna, ma è un atto di fede da parte di Dio nei nostri confronti: è sicuro di poter dire bene di noi!
«Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia». È il volto di Dio la luce che illumina la nostra strada: con il Natale noi conosciamo il volto di Dio, non ne conosciamo solo le spalle, è il volto del Padre misericordioso; è il volto bagnato dalle lacrime per la morte dell’amico, per la disobbedienza di Gerusalemme; è il volto che sorride guardando i bambini che giocano … questo è il volto di Dio sempre presente nella nostra esperienza quotidiana.
«E ti conceda la Pace». Ciò che Dio ci dona non è la tranquillità e nemmeno la salute, ma la Pace che è shalom, cioè pienezza di vita perché liberi dalla necessità e dal male.
B. Due vie da percorrere ci vengono indicate dal vangelo di Luca
I Pastori che «vanno senza indugio». Essi vanno subito per verificare la verità dell’annuncio fatto dagli angeli. Così diventano un modello di fede. È questa loro fede che li porta speditamente alla scoperta di ciò che è già avvenuto e gli è stato annunciato. Il fatto annunciato senza fede rimane nascosto: chi crede sperimenta che è vero ciò che crede.
Il fatto dopo essere stato visto viene annunciato (i pastori fanno in terra ciò che gli angeli fanno nei cieli).
Maria: è il credente che pur conoscendo bene i fatti, ascolta, conserva, medita. E la via del non dare la fede per scontata, per acquisita, ma sempre il credente come Maria resta in ascolto e lascia che la fede cresca con lui.
C. Infine la Parola di Dio ci dona una vita rinnovata.
La seconda lettura, tratta dalla lettera di San Paolo ai Galati, ci parla di adozione, di un’adozione non a distanza non dal cielo Dio ci offre la sua protezione, ma un’adozione interiore. Il Dio per noi, si fa Dio con noi e poi Dio in noi: «Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio». La pace è dentro di noi come dono…
Ecco perché è possibile la Pace: perché la Pace esiste, la pace c’è: è nata! È presente e attende che uomini e donne come Maria e i pastori la accolgano e accettino di lasciarsi da Lui pacificare.
Diamo al Signore la nostra disponibilità.
Carissimi Fratelli e sorelle nel cantare il nostro inno di ringraziamento e di lode al Signore per questo anno che è trascorso, per la sua misericordiosa provvidenza che ci ha accompagnati, ci vogliamo aprire al nuovo anno accogliendo il dono della vita nuova percorrendo le due vie indicataci dal vangelo:
come i pastori verifichiamo ciò che ci è annunciato, cioè pratichiamo la via del vangelo per scoprirne la forza e l’efficacia in noi e diventarne, in questo modo, degli annunciatori;
come Maria rimaniamo in ascolto, non diamo per scontata (conosciuta) la nostra fede e la nostra esperienza di Dio; ascoltiamo, conserviamo e meditiamo.
In questo modo saremo fermenti di pace.
Affidiamo questo nuovo anno 2023 a Maria Santissima Madre di Dio. Lei ha fatto esperienza che la pace del presepio non è durata a lungo, presto una spada le ha trafitto l’anima, ma non per questo ha perso la fiducia che la pace vincerà, che nel cuore dell’uomo la guerra potrà essere estirpata.
Maria quest’oggi, all’inizio di un nuovo anno, ci ripete: Dio non ci salva dalla sofferenza, ma nella sofferenza, non ci salva dalla morte, ma nella morte la via della Pace è tracciata e percorribile.
Maria, Madre di Dio e Madre nostra guidaci sulle vie del Vangelo. Amen