Vigilia della Solennità dell’Immacolata concezione di Maria

Dedicazione della parrocchia Santi Vito e Francesco in Monreale
07-12-2022

Carissimi fratelli e sorelle, in questo giorno di festa, vi saluto con il cuore pieno di gioia. Saluto voi carissimi sacerdoti, diacono e seminaristi. In particolare saluto don Andrea Palmeri a cui ho affidato la guida pastorale di questa comunità e che ha accompagnato la chiusura dei lavori di ristrutturazione di questo tempio. Saluto con grande affetto e riconoscenza don Pasquale La Milia che molto si è adoperato per la riapertura di questa chiesa parrocchiale. Saluto il Sindaco e le altre autorità civili e militariche con la loro presenza ci ricordano anche il valore sociale di una chiesa. Saluto e ringrazio l’architetto Enzo Affranchi, l’ingegnere Giuseppe Massaro e la Ditta Spinnato, che hanno fattivamente guidato e svolto i lavori di ristrutturazione rendendo bello e luminoso questo spazio.

Siamo radunati per festeggiare la riapertura di questo luogo di culto nella felice coincidenza con la grande Solennità dell’Immacolata concezione di Maria alla quale, ogni anno, quivengono simbolicamente consegnate le chiavi della città. A Maria, questa sera, non consegneremo, però, le chiavi di questa chiesa. Non ne ha bisogno, perché a lei siamo stati consegnati come figli da Gesù stesso: «Donna, ecco tuo figlio!». Da allora, siamo nel cuore di Maria e Maria è al cuore della Chiesa, perché abita i cuori di tutti i fedeli: «E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé».

Per questa ragione celebrare, quest’oggi, la dedicazione della nostra chiesa ci aiuta a ricomprendere e ridire il senso del nostro essere Chiesa.

Vorrei invitarvi a riflettere e impegnarvi su due aspetti.

Il primo lo colgo dallo stesso Rito della Dedicazione. È sicuramente fra i più belli e solenni della liturgia cattolica perché ricco di simboli, di gesti, di parole, di profumi, di luci, di canti… l’insieme di tutti questi elementi ci aiuta a comprendere il valore e il significato di un edificio di culto.

Sono proprio le parole della Preghiera di dedicazione che bene esprimono il valore di questo edificio. Dice così la preghiera che tra poco reciterò: “Qui il fonte della grazia lavi le nostre colpe… Qui la santa assemblea riunita intorno all’altare celebri il memoriale della Pasqua e si nutra al banchetto della Parola e del Corpo di Cristo. Qui lieta risuoni la liturgia della lode… Qui il povero trovi misericordia, l’oppresso ottenga libertà vera e ogni uomo goda della dignità dei tuoi figli”. Non è un programma di vita cristiana, questo? Il Battesimo, l’Assemblea dei fedeli specialmente nella domenica, il banchetto della Parola e del Corpo di Cristo, l’accoglienza, la misericordia, l’esperienza di comunione e di amore… Questa chiesa, questo edificio è per noi un richiamo alla vita cristiana. Ogni elemento che la costituisce ci richiama a ciò che siamo resi mediante il battesimo e ciò che dobbiamo essere in forza del dono dello Spirito santo.

Il secondo aspetto lo raccolgo dal vangelo. Questa chiesa è per noie, in particolare, per voi che vivete l’appartenenza a questa comunità parrocchiale, come la casa di Nazareth in cui, abbiamo ascoltato nel vangelo, Maria vive la propria quotidianità fatta di relazioni, famiglia, lavoro, confronto… ma insieme a tutto questo, è anche il luogo in cui Dio si fa presente con la sua Parola, portata dall’angelo. È in casa che risuona la Parola di Dio cioè dentro le relazioni, la vita quotidiana, questo tempio. E Maria primaascolta, poi interroga la Parola di Dio, infine si decide per la Parola: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». Tre azioni di Maria che qui, in questo luogo, siamo chiamati a ripetere: ascoltare, confrontarsi/discernere, decidersi!

Questo edificio di culto è la casa della comunità, dove ci incontriamo per lodare, cantare, intercedere; dove facciamo esperienza di fraternità e condivisione; ma è soprattutto il luogo in cui ci ritroviamo per ascoltare la Parola di Dio, la quale ci indica questo altare, che tra poco consacreremo, come luogo su cui porre i nostri doni, le nostre povertà, le nostre richieste e allo stesso tempo fonte da cui attingere la potenza dello Spirito santo che ci rende capaci di deciderci e giocarci pienamente per il Regno di Dio e ripetere con Maria: “Eccomi, fa di me secondo la tua Parola”.

Carissimi fratelli sorelle, questa chiesa è la casa in cui ci raduniamo, in cui ci riconosciamo fratelli e sorelle, e da cui partiamo come discepoli per vivere e annunciare al mondo la Parola che salva.

L’evangelista Luca, subito dopo il racconto dell’annunciazione che è stato proclamato questa sera, ci racconta che Maria dopo aver detto il proprio Eccomi, da casa sua «si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa» per mettersi a servizio di Elisabetta. Così questa comunità: dopo aver attinto, in questa casa, il dono dello Spirito nelle celebrazioni liturgiche, abbia la forza di “alzarsi e andare in fretta verso le regioni” di solitudine, di povertà e di bisogno in cui tanti nostri fratelli e sorelle attendono.

Non sia questa chiesa la nostra tana o il nostro rifugio. Sia piuttosto l’avamposto dell’Amore dal quale il nostro “eccomipossa uscire per portare speranza alla nostra città.

Maria Immacolata sostenga questa comunità parrocchiale e l’intera nostra Chiesa diocesana in questo impegno missionario.

Amen.