Omelia nel XX Anniversario della Ordinazione Episcopale Monreale 2 luglio 2022
Eminenza Reverendissima Card. Paolo Romeo,
Eccellenze Reverendissime Mons. Salvatore Gristina,
Mons. Salvatore Di Cristina,
Mons. Carmelo Cuttitta,
Carissimi confratelli nel presbiterato e nel diaconato provenienti oltre che dall’Arcidiocesi di Monreale, dalle Diocesi di Caltagirone e Piazza Armerina,
Gentili Autorità civili e militari,
carissimi seminaristi, membri degli Istituti di Vita consacrata, delle Confraternite e delle altre Aggregazioni ecclesiali,
carissimi familiari provenienti da Grammichele,
fratelli e sorelle amati dal Signore che ci seguite attraverso i media, e che oggi siete venuti per ringraziare con me il Signore, in occasione del ventesimo anniversario della mia ordinazione episcopale, Vi saluto con tanto affetto e riconoscenza.
In questi anni sono stato sostenuto, non ostante le mie deficienze e fragilità, dalla certezza espressa nel motto del mio episcopato “Charitas Christi urget nos”. L’amore di Gesù Cristo che è morto per me e per tutti mi possiede e mi ha spinto ad amare Gesù Cristo con un amore particolare e a cercare di imitare la sua carità pastorale.
Oggi in diversi luoghi si celebra la Festa della Madonna delle Grazie.
Maria SS. ha portato a noi la sorgente di tutte le grazie: Gesù. Ella per volontà del Padre e per opera dello Spirito Santo ha dato a Gesù la natura umana, mani per benedire i fanciulli e gli ammalati, piedi per andare alla ricerca delle pecorelle smarrite, occhi per piangere su Gerusalemme, e un corpo che per noi è stato crocifisso e morto sulla Croce e risorto per sempre.
La Vergine Maria è madre di Cristo, Sommo Sacerdote, e di conseguenza, è anche madre, sul piano spirituale di tutti coloro che partecipano di questo stesso sacerdozio: gli apostoli e i loro successori, i ministri ordinati e i fedeli cristiani che col battesimo e la confermazione hanno ricevuto l’unzione profetica, regale e sacerdotale.
Riandando indietro nel leggere ogni istante della la mia vita, tutto mi sembra un sogno impossibile. Ma nella fede ho sperimentato come per me è stato vero quanto l’angelo disse a Maria: “nulla è impossibile a Dio”(Lc 1,37).
Quello che mi è accaduto non è frutto del caso, né tantomeno delle mie capacità, ma della grazia di Dio che nella sua misericordia mi ha chiamato ad essere cristiano e presbitero e vent’anni fa vescovo prima della Diocesi Piazza Armerina e poi di questa Arcidiocesi di Monreale.
L’anniversario della mia ordinazione episcopale offre a tutti noi qui presenti in questa nostra magnifica cattedrale d’oro, l’occasione per rivolgere lo sguardo a Gesù Cristo Pantocratore che ci accoglie con il suo sguardo benedicente e misericordioso,
In occasione dell’anniversario della mia ordinazione episcopale, con la quale sono stato reso conforme a Gesù, Buon Pastore, Sposo della Chiesa e Vescovo delle nostre anime, per essere in mezzo a voi amico, fratello e padre, ricordo con riconoscenza i Vescovi che hanno imposto le loro mani sul mio capo il 3 luglio 2002 nella cattedrale di Piazza Armerina ed in particolare Sua Eminenza il card. Salvatore De Giorgi, il Card. Salvatore Pappalardo e il Card. Paolo Romeo e i vescovi che mi hanno preceduto in questa cattedra a partire da Mons. Salvatore Di Cristina, che oggi celebra il 62 anniversario di presbiterato.
Oggi sento vivo il desiderio di rivolgere come Maria SS., un inno di lode e di ringraziamento a Dio Padre per suo Figlio Gesù Cristo nello Spirito Santo.
Maria Ss. col canto del Magnificat proclama la grandezza del Signore ed esprime il programma della sua vita: non mettere se stessa al centro, ma fare spazio a Dio incontrato sia nella preghiera che nel servizio al prossimo.
Il canto di Maria, pone in bocca della Vergine espressioni forti e rivoluzionarie, che portano un capovolgimento radicale della sorte degli uomini C’è una parola chiave con cui Maria interpreta la sua esperienza personale come pure l’intervento di Dio in favore dell’umanità: “misericordia”, cioè la tenerezza paterna e materna di Dio. Maria vede la sua esistenza e la storia di tutta l’umanità come avvolte e percorse dalla misericordia divina.
Il rapporto di Dio con Maria si prolunga nella sua relazione d’amore con noi.
Gesù Buon Pastore, che conosce tutte le sue pecore per nome e che ha preso sulle sue spalle la pecorella smarrita per riportarla a casa, è il prototipo di ogni ministero episcopale, la cui missione è quella di radunare nell’unità i figli di Dio dispersi.
Fra le immagini del vescovo una che mi è cara è quella dell’asinello che portò Gesù a Gerusalemme, evocata da alcuni illustri cardinali di Santa Romana Chiesa.
Il Card. Albino Luciani, futuro papa Giovanni Paolo I scriveva: ‘ho bisogno di paragonarmi all’asinello che portava Cristo il giorno delle Palme. Quello, se sentendo gli applausi della folla si fosse insuperbito e avesse cominciato [‘] a ringraziare a destra e a sinistra, quanta ilarità avrebbe suscitato! (cfr. Illustrissimi,).
Il card. Roger Etchegaray scriveva: “Io vado avanti come l’asino di Gerusalemme che, in quel giorno della festa delle Palme, divenne la cavalcatura regale e pacifica del Messia. Io non so granché, ma una cosa so: so di portare Cristo sul mio dorso e la cosa mi rende molto orgoglioso. Io lo porto, ma è lui che mi guida. So che mi conduce verso il suo regno, dove sarò a mio agio per sempre in verdi pascoli: […]Io vado avanti in silenzio: è incredibile come di comprendiamo anche senza parlare! Le uniche parole che ho capito bene sembrano essere state dette apposta per me e io so quanto sono vere :”Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero”. Io vado avanti nella gioia.[…]. Io vado avanti come un asino che porta Cristo sul dorso. (Roger Etchegaray, Tiro avanti come un asino. Cenni d’intesa al cielo e alla terra, Edizioni San Paolo, 2007).
E il card. Ivan Dias disse in un intervento al sinodo dei vescovi del 2001: ‘Al pari di quell’asino, che simboleggia l’umiltà, la docilità e il servizio, il Vescovo deve porre Gesù al di sopra di tutto nella vita poiché egli guida il suo popolo festante verso la Gerusalemme celeste’. (Assemblea ordinaria del X Sinodo dei Vescovi intervento 124(5 ottobre) 2001).
Ringrazio il Padre di ogni dono per il cammino pastorale che mi ha fatto compiere in questi anni prima a piazza Armerina e poi dal 26 aprile del 2013 a Monreale. Sono sicuro che questo cammino proseguirà con il cammino sinodale avviato ora per tutta la Chiesa e per la nostra Chiesa sotto la guida del nuovo Pastore, Monsignor Gualtiero Isacchi che sarà ordinato in questa cattedrale e inizierà il suo servizio pastorale il prossimo 31 luglio.
In questi anni la nostra Chiesa diocesana è emersa una costante: senza sinodalità l’opera dell’evangelizzazione rischia la dispersione.
Dal confronto con gli organismi di partecipazione ecclesiale delle singole parrocchie in occasione della Visita Pastorale, che ha avuto come obiettivo la realizzazione di una pastorale integrata e missionaria, basata sulla comunione e sull’unità di missione, sono stati individuati tre settori su cui la pastorale diocesana deve orientare tutte le proprie energie: l’Evangelizzazione, la Pastorale delle Famiglie e dei Giovani. Questi temi, in sintonia con le Esortazioni Apostoliche Evangelii Gaudium, Amoris Laetitia e Christus Vivit, sono sicuro che continueranno ad essere oggetto di studio e di verifica pastorale.
Dalle consultazioni avvenute nei diversi gruppi sinodali dei vari vicariati, delle aggregazioni ecclesiali, dei membri degli istituti di vita consacrata e di altre istituzioni ecclesiali si possono evincere svariati punti di forza, ma anche di fragilità delle nostre comunità.
Occorre reimpostare le relazioni, valorizzare ciò che di bello e buono si è sperimentato anche in questo tempo così difficile, sintonizzando la mente e il cuore sul positivo che c’è da cogliere. Tra i temi che hanno bisogno di maggiore attenzione sono stati ravvisati quelli dell’ascolto, dell’inclusione, dell’accoglienza, della formazione.
Viene richiesta un’apertura ai problemi del territorio a partire dalla Dottrina sociale della Chiesa, che aiuti ad affrontare temi come la legalità per contrastare la mentalità mafiosa, la tutela del creato, l’attenzione al mondo del lavoro e alle vecchie e nuove povertà, l’impegno culturale, sociale e politico come atto di amore verso la comunità per rendere attuale il Vangelo nella nostra società.
È importante un impegno comune a fare di questa comunità ecclesiale la famiglia di Dio che vive nella comunione a servizio della nuova evangelizzazione per costruire una città terrena nella autentica libertà dei figli di Dio, nella fraternità universale, nella pace rispettosa della giustizia, nella testimonianza della carità che rifletta l’amore del Dio vivente nella Comunione Trinitaria.
A conclusione del mio servizio episcopale in questa amata Chiesa di Monreale, mentre chiedo perdono per tutte le mie mancanze, mi è particolarmente gradito e doveroso rivolgere un vivo ringraziamento a tutti coloro che mi hanno collaborato nel mio ministero episcopale
In questi anni vi ho incontrato nelle chiese, nei luoghi di aggregazione, sulle piazze e sulle strade della nostra diocesi: tutti siete e rimarrete nel mio cuore.
Esprimo la mia profonda gratitudine ai presbiteri e ai diaconi permanenti, miei primi e preziosi collaboratori.
Ringrazio le Suore carmelitane di Clausura che mi hanno accompagnato con la loro preghiera e tutte le persone consacrate per la loro testimonianza evangelica.
Ricordo con affetto paterno i seminaristi di Monreale e di Caltagirone che con generosità hanno risposto alla chiamata del Signore, che sono segno di speranza per la Chiesa
Ringrazio le persone ammalate che ho visitato negli ospedali e nelle case che mi accompagnano con la preghiera e con l’offerta delle loro sofferenze a favore del Corpo mistico di Cristo.
Ringrazio i fedeli laici appartenenti alle varie aggregazioni ecclesiali e alle confraternite e tutti i membri del popolo di Dio per la loro testimonianza quotidiana semplice e concreta a servizio del regno di Dio.
Ringrazio tutte le Autorità civili, militari, giudiziarie, amministrative, scolastiche per la collaborazione portata avanti in questi anni al servizio del bene comune nel rispetto delle reciproche competenze
Nella preghiera continuerò ad essere vicino a tutti e particolarmente alle persone che hanno più bisogno di percepire l’amore del Padre.
Ogni commiato porta con sé una certa amarezza e qualche rimpianto per quanto avrei potuto fare e non è stato fatto, tutto depongo tra le braccia del Padre ricco di misericordia.
Ringraziandovi per la vostra presenza e per la vostra collaborazione e invitandovi a pregare perché possa continuare ad esercitare il mio ministero episcopale di vescovo emerito nella mia amata diocesi di origine di Caltagirone con l’umiltà dell’asinello che portava Gesù a Gerusalemme , con la pazienza del contadino che attende che il seme porti frutto fecondato dalla pioggia della grazia di Dio, Vi invito a pregare per il mio successore mons. Gualtiero Isacchi, e chiedo l’ intercessione della Madonna e a tutti i nostri Santi e Beati perché e ci aiutino a camminare insieme sulle vie della santità.